Il libro presenta una ricerca sulle pratiche mediche. L’oggetto dell’indagine (55 interviste a medici di base e ospedalieri nella provincia di Parma) riguarda le immagini dell’interazione comunicativa che informano e orientano l’agire dei medici nella relazione quotidiana con gli altri attori coinvolti nei processi di cura: pazienti, familiari, infermieri, amministratori, operatori dell’informazione o del diritto, e così via. L’analisi di tali immagini evidenzia in particolare due tendenze significative. Innanzitutto, la scena allargata della cura: il quadro delle interazioni entro il quale i medici inscrivono il proprio agire quotidiano è percepito come un contesto in via di progressiva estensione, nel quale la possibilità di controllo sui processi comunicativi da parte del medico si riduce o diventa più laboriosa; come una rete policentrica e dinamica di attori sempre più complessa e imprevedibile, nella quale il medico è in via di progressivo de-centramento. In secondo luogo, il malessere comunicativo: a dispetto della crescente efficacia degli strumenti diagnostici e terapeutici, che rafforzano la fiducia nei propri saperi scientifico-cognitivi, i medici patiscono un crescente affaticamento, associato all’aumento dei ritmi di lavoro, e insieme al surplus di energie comunicative assorbite dal mantenimento quotidiano delle relazioni: con i pazienti da un lato (esigenti, spesso frastornati dalle informazioni) e con gli operatori amministrativi dall’altro.Nello specifico il capitolo tratta il cedimento dei presupposti relazionali gerarchici, per effetto dei mutamenti indotti nella comunicazione quotidiana dalla rapida socializzazione di informazioni biomediche. Più rigorosamente, è il tema del passaggio da una reciprocità automaticamente gerarchica, dove il medico si sentiva visto “dal basso verso l’alto”, a una reciprocità più complessa e ambivalente, maggiormente esposta a conflitti e paradossi comunicativi: una reciprocità a un tempo gerarchica e paritaria. A fronte delle aspettative pressanti (quando non “assillanti” e “prepotenti”) di reciprocità paritaria da parte di pazienti più informati, i medici si sentono direttamente coinvolti in compiti di contro-informazione, rieducazione e riorientamento sempre più impegnativi. Per alcuni si tratta di un fenomeno che aiuta la comunicazione con il paziente, per altri di un ostacolo. Ma per tutti, la crescente “possibilità di accedere a informazioni” attraverso trasmissioni televisive, pubblicazioni periodiche e siti internet dedicati ai temi della salute, viene percepita come un processo incalzante, che liquida aspettative relazionali consolidate attraverso più generazioni.
Le sfide del paziente informato: tensioni tra aspettative relazionali paritarie e gerarchiche
TOMELLERI, Stefano
2005-01-01
Abstract
Il libro presenta una ricerca sulle pratiche mediche. L’oggetto dell’indagine (55 interviste a medici di base e ospedalieri nella provincia di Parma) riguarda le immagini dell’interazione comunicativa che informano e orientano l’agire dei medici nella relazione quotidiana con gli altri attori coinvolti nei processi di cura: pazienti, familiari, infermieri, amministratori, operatori dell’informazione o del diritto, e così via. L’analisi di tali immagini evidenzia in particolare due tendenze significative. Innanzitutto, la scena allargata della cura: il quadro delle interazioni entro il quale i medici inscrivono il proprio agire quotidiano è percepito come un contesto in via di progressiva estensione, nel quale la possibilità di controllo sui processi comunicativi da parte del medico si riduce o diventa più laboriosa; come una rete policentrica e dinamica di attori sempre più complessa e imprevedibile, nella quale il medico è in via di progressivo de-centramento. In secondo luogo, il malessere comunicativo: a dispetto della crescente efficacia degli strumenti diagnostici e terapeutici, che rafforzano la fiducia nei propri saperi scientifico-cognitivi, i medici patiscono un crescente affaticamento, associato all’aumento dei ritmi di lavoro, e insieme al surplus di energie comunicative assorbite dal mantenimento quotidiano delle relazioni: con i pazienti da un lato (esigenti, spesso frastornati dalle informazioni) e con gli operatori amministrativi dall’altro.Nello specifico il capitolo tratta il cedimento dei presupposti relazionali gerarchici, per effetto dei mutamenti indotti nella comunicazione quotidiana dalla rapida socializzazione di informazioni biomediche. Più rigorosamente, è il tema del passaggio da una reciprocità automaticamente gerarchica, dove il medico si sentiva visto “dal basso verso l’alto”, a una reciprocità più complessa e ambivalente, maggiormente esposta a conflitti e paradossi comunicativi: una reciprocità a un tempo gerarchica e paritaria. A fronte delle aspettative pressanti (quando non “assillanti” e “prepotenti”) di reciprocità paritaria da parte di pazienti più informati, i medici si sentono direttamente coinvolti in compiti di contro-informazione, rieducazione e riorientamento sempre più impegnativi. Per alcuni si tratta di un fenomeno che aiuta la comunicazione con il paziente, per altri di un ostacolo. Ma per tutti, la crescente “possibilità di accedere a informazioni” attraverso trasmissioni televisive, pubblicazioni periodiche e siti internet dedicati ai temi della salute, viene percepita come un processo incalzante, che liquida aspettative relazionali consolidate attraverso più generazioni.Pubblicazioni consigliate
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