Silvio Pellico, al pari di un ampio spettro della cultura risorgimentale liberal-moderata o cattolico-liberale, non elaborò nessuna «religione politica» della nazione, anzi avvertì acutamente, specialmente dopo la sua conversione e il ritorno in patria dallo Spielberg, il difficile equilibrio fra il «patriottismo» (che aveva, per lui, anche basi cittadine e regionali) e l’universalismo cristiano. Si trattava della conclusione di un lungo percorso che dall’irreligiosità giovanile e dal «nazionalismo culturale» alfieriano-foscoliano lo aveva portato – negli anni del «Conciliatore» - a contatto con la cultura liberale dell’età della Restaurazione e poi - durante la prigionia - al ritorno alla religione.
Uso pubblico della storia e questioni di metodo: Silvio Pellico «sterilizzato»?
PERTICI, Roberto
2005-01-01
Abstract
Silvio Pellico, al pari di un ampio spettro della cultura risorgimentale liberal-moderata o cattolico-liberale, non elaborò nessuna «religione politica» della nazione, anzi avvertì acutamente, specialmente dopo la sua conversione e il ritorno in patria dallo Spielberg, il difficile equilibrio fra il «patriottismo» (che aveva, per lui, anche basi cittadine e regionali) e l’universalismo cristiano. Si trattava della conclusione di un lungo percorso che dall’irreligiosità giovanile e dal «nazionalismo culturale» alfieriano-foscoliano lo aveva portato – negli anni del «Conciliatore» - a contatto con la cultura liberale dell’età della Restaurazione e poi - durante la prigionia - al ritorno alla religione.Pubblicazioni consigliate
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