L'articolo segue il filo rosso di uno studio di più vasto respiro sull'opera e sulla personalità di W. G. Sebald, autore tedesco trasferitosi in Inghilterra negli anni '70, che oggi, a breve distanza dalla morte prematura (2001), viene già considerato uno dei massimi scrittori contemporanei di lingua tedesca. L'invito a seguire la prospettiva degli scambi culturali tra Italia e Germania, cui questo numero del VELTRO è dedicato, ha indotto chi scrive a scegliere la disamina dell'esperienza narrativa in Schwindel. Gefühle (1990), opera apparsa nel 2003 con il titolo Vertigini, che si avvale della sperimentata capacità dell'autore di lavorare tra il piano del ricordo personale, quello della letteratura europea e quello della memoria collettiva sull'onda lunga della Seconda Guerra Mondiale. Una volta messa in luce la particolare prospettiva del viaggiatore, con la quale Sebald percorre i sentieri d'Europa alla ricerca delle esperienze culturali vissute da grandi scrittori degli ultimi tre secoli, l'attenzione si è concentrata sulle citazioni nascoste da testi kafkiani, stendhaliani e bernhardiani e sulla ricorrenza di un topos onnipresente in questo testo: quello del "cacciatore". La presenza di questo curioso soggetto sullo sfondo dei viaggi reali e immaginati da Sebald in Italia ha la funzione di produrre un effetto "perturbante" - appunto di "vertigine" - nel lettore e di evocargli l'immagine di un revenant o di un Doppelgänger, tanto cari alla letteratura romantica, ma anche a quella espressionista e surrealista di primo '900. La tesi principale si concentra sul titolo dell'opera di Sebald, un asindeto che forse l'autore avrebbe voluto trasformare in ossimoro, collocando il problema dell'inganno prodotto dalla "falsa memoria" al centro, tra i due termini, per acuire l'impressione perturbante.

Immagini d'Italia e d'Oltralpe in "Vertigini" di W.G. Sebald

AGAZZI, Elena
2005-01-01

Abstract

L'articolo segue il filo rosso di uno studio di più vasto respiro sull'opera e sulla personalità di W. G. Sebald, autore tedesco trasferitosi in Inghilterra negli anni '70, che oggi, a breve distanza dalla morte prematura (2001), viene già considerato uno dei massimi scrittori contemporanei di lingua tedesca. L'invito a seguire la prospettiva degli scambi culturali tra Italia e Germania, cui questo numero del VELTRO è dedicato, ha indotto chi scrive a scegliere la disamina dell'esperienza narrativa in Schwindel. Gefühle (1990), opera apparsa nel 2003 con il titolo Vertigini, che si avvale della sperimentata capacità dell'autore di lavorare tra il piano del ricordo personale, quello della letteratura europea e quello della memoria collettiva sull'onda lunga della Seconda Guerra Mondiale. Una volta messa in luce la particolare prospettiva del viaggiatore, con la quale Sebald percorre i sentieri d'Europa alla ricerca delle esperienze culturali vissute da grandi scrittori degli ultimi tre secoli, l'attenzione si è concentrata sulle citazioni nascoste da testi kafkiani, stendhaliani e bernhardiani e sulla ricorrenza di un topos onnipresente in questo testo: quello del "cacciatore". La presenza di questo curioso soggetto sullo sfondo dei viaggi reali e immaginati da Sebald in Italia ha la funzione di produrre un effetto "perturbante" - appunto di "vertigine" - nel lettore e di evocargli l'immagine di un revenant o di un Doppelgänger, tanto cari alla letteratura romantica, ma anche a quella espressionista e surrealista di primo '900. La tesi principale si concentra sul titolo dell'opera di Sebald, un asindeto che forse l'autore avrebbe voluto trasformare in ossimoro, collocando il problema dell'inganno prodotto dalla "falsa memoria" al centro, tra i due termini, per acuire l'impressione perturbante.
journal article - articolo
2005
Agazzi, Elena
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