In questo articolo si discute il tema del rapporto tra anima e corpo in alcune opere dello scrittore tedesco Jean Paul (1763-1825) e in particolare nella Rede des toten Christus (1790), uno scorcio visionario sul Giorno del Giudizio Universale, che ha fatto discutere molto la critica, in quanto si colloca in una fase tormentata della vita dell'autore, impegnato a riflettere sulle minacce dell'ateismo. Il suo confronto dialettico con l'idealismo tedesco, portò l'autore a schierarsi contro il nichilismo e a combattere l'ossessione del peccato originale. Discutendo il problema sulla base del pensiero teologico-filosofico contemporaneo a Jean Paul e tenendo conto dei commenti critici più autorevoli, il saggio sottolinea come l'autore ribaltasse l'assunto di base della poesia universale progressiva dei fratelli Schlegel, dioscuri della Frühromantik tedesca, verso una poetica che esprime nella materia e non nella forma la percezione della in finitezza del cosmo. Un approccio, questo, che si accompagnerà al suo uso sapiente dell'ironia come strumento per combattere il dolore e il senso di solitudine di fronte ai misteri della religione.
Il "Discorso del Cristo morto" di Jean Paul e la questione dell'immortalità dell'anima
AGAZZI, Elena
2005-01-01
Abstract
In questo articolo si discute il tema del rapporto tra anima e corpo in alcune opere dello scrittore tedesco Jean Paul (1763-1825) e in particolare nella Rede des toten Christus (1790), uno scorcio visionario sul Giorno del Giudizio Universale, che ha fatto discutere molto la critica, in quanto si colloca in una fase tormentata della vita dell'autore, impegnato a riflettere sulle minacce dell'ateismo. Il suo confronto dialettico con l'idealismo tedesco, portò l'autore a schierarsi contro il nichilismo e a combattere l'ossessione del peccato originale. Discutendo il problema sulla base del pensiero teologico-filosofico contemporaneo a Jean Paul e tenendo conto dei commenti critici più autorevoli, il saggio sottolinea come l'autore ribaltasse l'assunto di base della poesia universale progressiva dei fratelli Schlegel, dioscuri della Frühromantik tedesca, verso una poetica che esprime nella materia e non nella forma la percezione della in finitezza del cosmo. Un approccio, questo, che si accompagnerà al suo uso sapiente dell'ironia come strumento per combattere il dolore e il senso di solitudine di fronte ai misteri della religione.Pubblicazioni consigliate
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