Analisi preliminare della c.d. direttiva "rifusione" (2006/54/CE) in materia di pari opportunità fra uomini e donne che, senza formula re principi né individuare ambiti necessariamente nuovi, rappresenta una messa a punto dello stato dell’arte, raggruppando e rifondendo in un unico testo le disposizioni che forniscono l’inquadramento giuridico delle politiche di genere in materia di occupazione e impiego. L’operazione intrapresa con la direttiva 54 appare decisamente di ampio respiro: la rifusione non è un intervento di raccolta o di semplificazione formale, ma comporta l’aggiornamento dell’impianto complessivo del materiale normativo, strutturandone in modo coerente tutti gli apporti, arricchiti dagli sviluppi risultanti dalla ricca giurisprudenza della Corte di giustizia delle Comunità europee; ha richiesto, quindi, uno sforzo effettivo aggiornamento, che è andato al di là della semplice riorganizzazione e razionalizzazione del materiale di partenza. Il metodo della rifusione, e la sua applicazione, avrebbero molto da insegnare al legislatore nazionale italiano, chiamato dalla legge di semplificazione per il 2005 (art. 6) ad un’operazione di riassetto in materia di pari opportunità per molti versi analoga (anzi, in realtà più ampia ed ambiziosa quanto all’oggetto, dal momento che avrebbe dovuto riguardare –con uno o più decreti legislativi- gli “strumenti di prevenzione e rimozione di ogni forma di discriminazione, in particolare per cause direttamente o indirettamente fondate sul sesso, la razza o l’origine etnica, la religione o le convinzioni personali, gli handicap, l’età e l’orientamento sessuale”); è noto, infatti, che il d. lgs. 198/2006 che ha dato attuazione alla delega citata nell’ambito delle pari opportunità tra uomo e donna, nonostante rechi l’ambizioso nome di Codice, è stato unanimemente criticato proprio per la scelta riduttiva del governo di produrre un testo meramente compilatorio
Novità nelle politiche comunitarie di genere
PEZZINI, Barbara
2007-01-01
Abstract
Analisi preliminare della c.d. direttiva "rifusione" (2006/54/CE) in materia di pari opportunità fra uomini e donne che, senza formula re principi né individuare ambiti necessariamente nuovi, rappresenta una messa a punto dello stato dell’arte, raggruppando e rifondendo in un unico testo le disposizioni che forniscono l’inquadramento giuridico delle politiche di genere in materia di occupazione e impiego. L’operazione intrapresa con la direttiva 54 appare decisamente di ampio respiro: la rifusione non è un intervento di raccolta o di semplificazione formale, ma comporta l’aggiornamento dell’impianto complessivo del materiale normativo, strutturandone in modo coerente tutti gli apporti, arricchiti dagli sviluppi risultanti dalla ricca giurisprudenza della Corte di giustizia delle Comunità europee; ha richiesto, quindi, uno sforzo effettivo aggiornamento, che è andato al di là della semplice riorganizzazione e razionalizzazione del materiale di partenza. Il metodo della rifusione, e la sua applicazione, avrebbero molto da insegnare al legislatore nazionale italiano, chiamato dalla legge di semplificazione per il 2005 (art. 6) ad un’operazione di riassetto in materia di pari opportunità per molti versi analoga (anzi, in realtà più ampia ed ambiziosa quanto all’oggetto, dal momento che avrebbe dovuto riguardare –con uno o più decreti legislativi- gli “strumenti di prevenzione e rimozione di ogni forma di discriminazione, in particolare per cause direttamente o indirettamente fondate sul sesso, la razza o l’origine etnica, la religione o le convinzioni personali, gli handicap, l’età e l’orientamento sessuale”); è noto, infatti, che il d. lgs. 198/2006 che ha dato attuazione alla delega citata nell’ambito delle pari opportunità tra uomo e donna, nonostante rechi l’ambizioso nome di Codice, è stato unanimemente criticato proprio per la scelta riduttiva del governo di produrre un testo meramente compilatorioPubblicazioni consigliate
Aisberg ©2008 Servizi bibliotecari, Università degli studi di Bergamo | Terms of use/Condizioni di utilizzo