Nel prodotto l’autore affronta il tema della qualità di quel sistema complesso che è l’istruzione superiore italiana per rilevarne fisiologie e patologie. L’analisi prende avvio dalle cifre delle indagini Ocse e della Banca d’Italia: nel 2006 il 77,4% dei giovani diciannovenni erano diplomati o qualificati, presentando una votazione media del 77,1% (dati INVALSI del 2005-2006. Nel 1999 era del 73,6%). Medie assai soddisfacenti con un corrispettivo altrettanto soddisfacente nei promossi agli esami di Stato: nel 2005-2006 era del 97,1%, mentre, per esempio, al Bac francese non supera l’81%. Per il passaggio dalla secondaria all’università abbiamo la percentuale più alta del mondo. Nei voti di laurea raggiungiamo la media del 104/110. Risultati definiti sbalorditivi. Certamente lo sono sul piano quantitativo. L’autore si chiede se tali cifre reggano sul piano della qualità. Per valutare se i dati corrispondano alla realtà, l’articolo confronta gli auspici di Lisbona 2000 e la realtà italiana in fatto di educazione, istruzione e formazione e rileva che il sistema del 3+2 ha senz’altro garantito un numero più elevato di laureati, potenziali soggetti da immettere immediatamente nel mercato del lavoro. Resta, però, inevasa la domanda su quanto ciò abbia inciso in termini di perdita di preparazione culturale e di competenze spendibili nella realtà italiana di oggi, tenuto anche conto delle scarse conoscenze in entrata dimostrate dalle matricole.
(2007). Il mutamento del sistema universitario e il problema della formazione [journal article - articolo]. In IL NODO. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/21015
Il mutamento del sistema universitario e il problema della formazione
BERTAGNA, Giuseppe
2007-01-01
Abstract
Nel prodotto l’autore affronta il tema della qualità di quel sistema complesso che è l’istruzione superiore italiana per rilevarne fisiologie e patologie. L’analisi prende avvio dalle cifre delle indagini Ocse e della Banca d’Italia: nel 2006 il 77,4% dei giovani diciannovenni erano diplomati o qualificati, presentando una votazione media del 77,1% (dati INVALSI del 2005-2006. Nel 1999 era del 73,6%). Medie assai soddisfacenti con un corrispettivo altrettanto soddisfacente nei promossi agli esami di Stato: nel 2005-2006 era del 97,1%, mentre, per esempio, al Bac francese non supera l’81%. Per il passaggio dalla secondaria all’università abbiamo la percentuale più alta del mondo. Nei voti di laurea raggiungiamo la media del 104/110. Risultati definiti sbalorditivi. Certamente lo sono sul piano quantitativo. L’autore si chiede se tali cifre reggano sul piano della qualità. Per valutare se i dati corrispondano alla realtà, l’articolo confronta gli auspici di Lisbona 2000 e la realtà italiana in fatto di educazione, istruzione e formazione e rileva che il sistema del 3+2 ha senz’altro garantito un numero più elevato di laureati, potenziali soggetti da immettere immediatamente nel mercato del lavoro. Resta, però, inevasa la domanda su quanto ciò abbia inciso in termini di perdita di preparazione culturale e di competenze spendibili nella realtà italiana di oggi, tenuto anche conto delle scarse conoscenze in entrata dimostrate dalle matricole.Pubblicazioni consigliate
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