Lo strumento dei coefficienti patrimoniali, nonostante la sua flessibilità, non consente di fronteggiare le numerose situazioni che la dinamica bancaria può, di volta in volta, presentare. Lo stesso Nuovo Accordo sul Capitale, la cui elaborazione è stata richiesta proprio per superare i limiti del primo accordo, accoglie, relativamente all’opzione basata sui rating interni, modelli di valutazione del rischio il cui studio e la cui applicazione è abbastanza recente. La validità di tali modelli deve ancora essere attestata e ciò può rendere difficile alla vigilanza valutare il vero rischio della banca. In questo contesto, l’azione di disciplina del mercato può essere un importante alleato della vigilanza rafforzandone gli effetti. Certo, l’efficacia dell’interazione tra vigilanza e disciplina di mercato dipende dalla significatività delle informazioni pubblicate. Solo in presenza di informazioni affidabili, complete, omogenee e tempestive si può migliorare la capacità del mercato di valutare il rischio e quindi di contribuire a rafforzare la stabilità del sistema. In questa prospettiva, l’obiettivo di questo lavoro è duplice. Da una parte, con riferimento alla redditività, alla situazione finanziaria, alle strategie e procedure di gestione del rischio, e alle politiche contabili, si voglione confrontare le informazioni obbligatorie previste dalla normativa italiana, ante IAS. in tema di bilanci bancari con le raccomandazioni del Comitato di Basilea. Dall’altra, la ricerca intende verificare il livello effettivo della disclosure sui bilanci di un campione di banche italiane, considerandone l’evoluzione negli anni 2000-2003, concentrando l’attenzione su quegli ambiti ritenuti più problematici, in tema di informativa al pubblico, ossia: l’organizzazione dei controlli interni, il rischio di credito, il rischio di mercato e il rischio operativo.

La disclosure nel controllo dei rischi nei bilanci bancari italiani

PIATTI, Domenico;VIGANO', Laura;
2007-01-01

Abstract

Lo strumento dei coefficienti patrimoniali, nonostante la sua flessibilità, non consente di fronteggiare le numerose situazioni che la dinamica bancaria può, di volta in volta, presentare. Lo stesso Nuovo Accordo sul Capitale, la cui elaborazione è stata richiesta proprio per superare i limiti del primo accordo, accoglie, relativamente all’opzione basata sui rating interni, modelli di valutazione del rischio il cui studio e la cui applicazione è abbastanza recente. La validità di tali modelli deve ancora essere attestata e ciò può rendere difficile alla vigilanza valutare il vero rischio della banca. In questo contesto, l’azione di disciplina del mercato può essere un importante alleato della vigilanza rafforzandone gli effetti. Certo, l’efficacia dell’interazione tra vigilanza e disciplina di mercato dipende dalla significatività delle informazioni pubblicate. Solo in presenza di informazioni affidabili, complete, omogenee e tempestive si può migliorare la capacità del mercato di valutare il rischio e quindi di contribuire a rafforzare la stabilità del sistema. In questa prospettiva, l’obiettivo di questo lavoro è duplice. Da una parte, con riferimento alla redditività, alla situazione finanziaria, alle strategie e procedure di gestione del rischio, e alle politiche contabili, si voglione confrontare le informazioni obbligatorie previste dalla normativa italiana, ante IAS. in tema di bilanci bancari con le raccomandazioni del Comitato di Basilea. Dall’altra, la ricerca intende verificare il livello effettivo della disclosure sui bilanci di un campione di banche italiane, considerandone l’evoluzione negli anni 2000-2003, concentrando l’attenzione su quegli ambiti ritenuti più problematici, in tema di informativa al pubblico, ossia: l’organizzazione dei controlli interni, il rischio di credito, il rischio di mercato e il rischio operativo.
journal article - articolo
2007
Piatti, Domenico; Vigano', Laura; Martinelli, Alberto
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