Diversi motivi giustificano il nostro interesse per lo spazio statico: si tratta di un argomento poco studiato; riguardo all’italiano L2, gli studi sullo spazio sono quasi del tutto inesistenti; italiano ed inglese differiscono notevolmente rispetto al modo in cui lo spazio statico è concettualizzato. I nostri risultati conducono a tre conclusioni principali: la gamma delle relazioni spaziali espresse varia in base al livello dell’apprendente, il che è in sintonia con quanto altri autori hanno già osservato per altre L2 (cfr. Carroll / Becker 1997); la varietà basica si rivela sensibile alla maniera in cui la coesione spaziale è concettualizzata nella L1 degli informatori, contrariamente a quanto ci si aspetterebbe per questa varietà in base ai risultati di Klein / Perdue (1992); sebbene l’inglese e l’italiano siano state definite due lingue “fondate sull’oggetto” (cfr. Carroll et al., 2000), i nostri risultati conducono ad una conclusione diversa: l’italiano è una lingua rigidamente orientata verso l’oggetto laddove l’inglese si rivela in parte orientata verso l’oggetto, in parte orientata verso lo spazio. Il presente studio indaga l’acquisizione e la concettualizzazione delle relazioni spaziali statiche in italiano lingua seconda. I nostri informatori sono parlanti anglofoni di origine statunitense il cui livello in L2 varia da una competenza basica ad una quasi nativa.
(2004). La descrizione spaziale statica in italiano lingua seconda: relazioni spaziali e problemi di organizzazione testuale nelle interlingue di apprendenti americani [journal article - articolo]. In LINGUISTICA E FILOLOGIA. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/212
Titolo: | La descrizione spaziale statica in italiano lingua seconda: relazioni spaziali e problemi di organizzazione testuale nelle interlingue di apprendenti americani | |
Tutti gli autori: | Giuliano, Patrizia | |
Data di pubblicazione: | 2004 | |
Abstract (ita): | Diversi motivi giustificano il nostro interesse per lo spazio statico: si tratta di un argomento poco studiato; riguardo all’italiano L2, gli studi sullo spazio sono quasi del tutto inesistenti; italiano ed inglese differiscono notevolmente rispetto al modo in cui lo spazio statico è concettualizzato. I nostri risultati conducono a tre conclusioni principali: la gamma delle relazioni spaziali espresse varia in base al livello dell’apprendente, il che è in sintonia con quanto altri autori hanno già osservato per altre L2 (cfr. Carroll / Becker 1997); la varietà basica si rivela sensibile alla maniera in cui la coesione spaziale è concettualizzata nella L1 degli informatori, contrariamente a quanto ci si aspetterebbe per questa varietà in base ai risultati di Klein / Perdue (1992); sebbene l’inglese e l’italiano siano state definite due lingue “fondate sull’oggetto” (cfr. Carroll et al., 2000), i nostri risultati conducono ad una conclusione diversa: l’italiano è una lingua rigidamente orientata verso l’oggetto laddove l’inglese si rivela in parte orientata verso l’oggetto, in parte orientata verso lo spazio. Il presente studio indaga l’acquisizione e la concettualizzazione delle relazioni spaziali statiche in italiano lingua seconda. I nostri informatori sono parlanti anglofoni di origine statunitense il cui livello in L2 varia da una competenza basica ad una quasi nativa. Several reasons justify our interest in static space: it is not a well studied topic; with respect to Italian as a second language, studies about space are almost completely lacking; Italian and English differ consistently concerning the conceptualisation of static space. Our results lead to three main conclusions: the range of spatial relations expressed vary according to the informant’s level, which is in agreement with what other authors already remarked with respect to other L2s (cfr. Carroll / Becker 1997); the basic variety does turn out to be influenced by the way spatial cohesion is conceptualised in the informant’s L1, a diverging result with what one would expect for this variety (cf. Klein / Perdue 1992); although English and Italian have been described as “object-based languages” (cf. Carroll et al. 2000), our results lead to a different conclusion: Italian is a strictly object-based language whereas English is partly oriented towards objects and partly towards space. | |
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