Scelte sulla vita si basa sulle testimonianze e sui dati raccolti in luoghi, come i reparti di terapia intensiva, in cui, più di altri, le decisioni da prendere sono il pane quotidiano: é un libro che non vuole offrire conclusioni: fa solo presente quali siano i reali scenari di fronte al vivere o al morire, per ricercare le aree di criticità e mettere a fuoco alcune linee di proposta. Ciò che forse colpisce di più nella lettura è quanto una maggioranza di medici e infermieri viva con intensità e partecipazione l'evoluzione del singolo ammalato. é stato fatto tutto il possibile? Quando ci si deve fermare? Che cosa è appropriato fare? Quali sono le speranze che, continuando al terapia, ilpaziente possa continuare a vivere in condizioni umanamente accettabili? E chi giudica l'accettabilità, considerando la grande differenza fra gli individui? In questa ricerca sono stati utilizzati due approcci complementari: uno epidemiologico (un anno di raccolta dati, 3.800 pazienti in 84 reparti) unoclinico (18 incontri di gruppo, 12 interviste in 6 reparti). é quindi un libro fattuale che costituisce una solida base su cui fondare iniziative legislative e non, riguardanti gli atteggiamenti da adottare di fronte alla possibilità di non iniziare o di sospendere gli interventi di terapia intensiva; ma che, al tempo stesso, intende dare un respiro di riflessione antropologica in un settore di punta della pratica medica che rischia di essere letto solo sul piano tecnico e organizzativo, attraverso ragionamenti puramenti lineari. Un pensioro insieme razionale ed empatico consente di introdurre categorie interpretative nuove, e può aiutare a mettere a fuoco gli atteggiamenti cognitivi, relazionali ed emotivi da favorire e coltivare per attivare processi decisionali condivisi e di forte profilo etico.
Soglie, fratture, prossimità: l'esperienza della cura nelle terapie intensive
LIZZOLA, Ivo
2007-01-01
Abstract
Scelte sulla vita si basa sulle testimonianze e sui dati raccolti in luoghi, come i reparti di terapia intensiva, in cui, più di altri, le decisioni da prendere sono il pane quotidiano: é un libro che non vuole offrire conclusioni: fa solo presente quali siano i reali scenari di fronte al vivere o al morire, per ricercare le aree di criticità e mettere a fuoco alcune linee di proposta. Ciò che forse colpisce di più nella lettura è quanto una maggioranza di medici e infermieri viva con intensità e partecipazione l'evoluzione del singolo ammalato. é stato fatto tutto il possibile? Quando ci si deve fermare? Che cosa è appropriato fare? Quali sono le speranze che, continuando al terapia, ilpaziente possa continuare a vivere in condizioni umanamente accettabili? E chi giudica l'accettabilità, considerando la grande differenza fra gli individui? In questa ricerca sono stati utilizzati due approcci complementari: uno epidemiologico (un anno di raccolta dati, 3.800 pazienti in 84 reparti) unoclinico (18 incontri di gruppo, 12 interviste in 6 reparti). é quindi un libro fattuale che costituisce una solida base su cui fondare iniziative legislative e non, riguardanti gli atteggiamenti da adottare di fronte alla possibilità di non iniziare o di sospendere gli interventi di terapia intensiva; ma che, al tempo stesso, intende dare un respiro di riflessione antropologica in un settore di punta della pratica medica che rischia di essere letto solo sul piano tecnico e organizzativo, attraverso ragionamenti puramenti lineari. Un pensioro insieme razionale ed empatico consente di introdurre categorie interpretative nuove, e può aiutare a mettere a fuoco gli atteggiamenti cognitivi, relazionali ed emotivi da favorire e coltivare per attivare processi decisionali condivisi e di forte profilo etico.Pubblicazioni consigliate
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