L’intervento propone una lettura comparata di alcuni romanzi di avventura, britannici, francesi e italiani scritti tra il 1880 e il 1908 (tra gli autori annoveriamo Henty, Gibbon, Brereton, Verne, Jacolliot, Salgari e Stocco), che intessono nella trama di alcuni loro lavori riferimenti più o meno estesi alla rivolta dei Sepoys che infiammò l’India nel 1857. Evento di grande rilevanza storica, poiché a partire da esso la corona britannica assunse in prima persona il controllo della colonia indiana sostituendosi alla East India Company, il Mutiny occupò grande spazio anche a livello immaginario e le sue rappresentazioni letterarie assunsero da subito importanti valenze ideologiche a giustificazione sia della spietata repressione britannica, sia della radicalizzazione in senso imperialistico dei diversi ruoli del colonizzato e del colonizzatore. L’ultimo scorcio del XIX secolo vede la presenza del Mutiny nella narrativa d’avventura destinata prioritariamente ad un pubblico giovanile non solo britannica, ma anche in quella francese con J.Verne e Jacolliot, e in quella italiana con Salgari e alcuni suoi seguaci, in particolare Guglielmo Stocco. Il saggio analizza l’evoluzione del tema narrativo della Ribellione in rapporto al genere letterario del romanzo di avventura, per osservare come la rappresentazione della ribellione si allontani sempre più dal resoconto di un evento storico da comprendere nella sua complessità, e vada a costituire un topos letterario trasversale rispetto alle diverse tradizioni nazionali, a cui tutti possono attingere in nome del razzismo e dell’isteria politica che caratterizzano l’imperialismo europeo dell’ultimo scorcio del XIX secolo. La distanza temporale non produce una visione più equilibrata del fatto storico, anche se gli accenti cambiano parecchio nelle diverse tradizioni nazionali. Rispetto ai romanzieri ibritannici, Salgari appare più distaccato verso le parti in causa e critico nei confronti degli inglesi, mentre Verne non risparmia livore per i ribelli indiani. Il prevalere di istanze ideologiche nel genere narrativo produce la semplificazione degli eventi e la deformazione caricaturale dei personaggi coinvolti, riducendo talvolta la Ribellione a mero pretesto da intessere nella trama, nel quadro di una stereotipizzazione funzionale alle politiche di espansione coloniale.

(2007). Patrioti, eroi e avventurieri: Salgari, l'Indian Mutiny e il romanzo di avventura tra Gran Bretagna, Francia e Italia. [conference presentation - intervento a convegno]. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/21629

Patrioti, eroi e avventurieri: Salgari, l'Indian Mutiny e il romanzo di avventura tra Gran Bretagna, Francia e Italia.

NICORA, Flaminia
2007-01-01

Abstract

L’intervento propone una lettura comparata di alcuni romanzi di avventura, britannici, francesi e italiani scritti tra il 1880 e il 1908 (tra gli autori annoveriamo Henty, Gibbon, Brereton, Verne, Jacolliot, Salgari e Stocco), che intessono nella trama di alcuni loro lavori riferimenti più o meno estesi alla rivolta dei Sepoys che infiammò l’India nel 1857. Evento di grande rilevanza storica, poiché a partire da esso la corona britannica assunse in prima persona il controllo della colonia indiana sostituendosi alla East India Company, il Mutiny occupò grande spazio anche a livello immaginario e le sue rappresentazioni letterarie assunsero da subito importanti valenze ideologiche a giustificazione sia della spietata repressione britannica, sia della radicalizzazione in senso imperialistico dei diversi ruoli del colonizzato e del colonizzatore. L’ultimo scorcio del XIX secolo vede la presenza del Mutiny nella narrativa d’avventura destinata prioritariamente ad un pubblico giovanile non solo britannica, ma anche in quella francese con J.Verne e Jacolliot, e in quella italiana con Salgari e alcuni suoi seguaci, in particolare Guglielmo Stocco. Il saggio analizza l’evoluzione del tema narrativo della Ribellione in rapporto al genere letterario del romanzo di avventura, per osservare come la rappresentazione della ribellione si allontani sempre più dal resoconto di un evento storico da comprendere nella sua complessità, e vada a costituire un topos letterario trasversale rispetto alle diverse tradizioni nazionali, a cui tutti possono attingere in nome del razzismo e dell’isteria politica che caratterizzano l’imperialismo europeo dell’ultimo scorcio del XIX secolo. La distanza temporale non produce una visione più equilibrata del fatto storico, anche se gli accenti cambiano parecchio nelle diverse tradizioni nazionali. Rispetto ai romanzieri ibritannici, Salgari appare più distaccato verso le parti in causa e critico nei confronti degli inglesi, mentre Verne non risparmia livore per i ribelli indiani. Il prevalere di istanze ideologiche nel genere narrativo produce la semplificazione degli eventi e la deformazione caricaturale dei personaggi coinvolti, riducendo talvolta la Ribellione a mero pretesto da intessere nella trama, nel quadro di una stereotipizzazione funzionale alle politiche di espansione coloniale.
2007
Nicora, Flaminia
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