Mario Lodi was born and grew up with Fascism, in an area of Italy, the Lower Eastern Po Valley, where two opposing forces for a long time, the Nation and Agrarian Socialism, faced each other since the beginning of the century, before and after the Mussolini regime. These two circumstances made a profound mark in the life of one the most famous teachers of republican and democratic Italy: in the search, first of all, of a school for the people, which would definitively solve the problem of the historical exclusion of the lower classes from education and in the longing, on the other hand, for a rural marginality that was capable of preserving the values that the impetuous transformation of the country, after the war and after the defeat of the laborers' movement in the southern countryside and in the Po Painura, had set in motion. Exponent of the Cooperative Education Movement, after 1968, Lodi became, thanks above all to the mediation of the Communist Party, through Bruno Ciari, Gianni Rodari and Daniele Ponchiroli of the Einaudi publishing house, the democratic teacher par excellence, a sort of lay equivalent of Don Lorenzo Milani , and as such it entered the memory of the Italian school of the second half of the twentieth century.

Mario Lodi nasce e cresce con il fascismo, in una zona dell’Italia, la Bassa Pianura padana orientale dove si affrontano fin dall’inizio del secolo, prima e dopo il regime mussoliniano, due forze a lungo contrapposte, la Nazione e il Socialismo agrario. Di queste due circostanze della sua vita, uno dei più celebri maestri dell’Italia repubblicana e democratica porterà chiaramente il segno. Nella ricerca, innanzitutto, di una scuola per il popolo, che avviasse definitivamente a soluzione il problema della storica esclusione dei ceti subalterni dall’istruzione e nel vagheggiamento di una marginalità rurale che fosse capace di custodire valori che l’impetuosa trasformazione del Paese dopo la guerra e dopo la sconfitta del movimento bracciantile, nelle campagne meridionali e nella Painura padana, aveva messo in moto. Esponente del Movimento di educazione cooperativa, dopo il Sessantotto, Lodi divenne, grazie soprattutto alla mediazione del Partito comunista, attraverso Bruno Ciari, Gianni Rodari e Daniele Ponchiroli della casa editrice Einaudi il maestro democratico per eccellenza, una sorta di corrispettivo laico di don Lorenzo Milani, e come tale si è iscritto nella memoria della scuola italiana della seconda metà del Novecento.

(2022). Tre "Maestri". Mario Lodi [journal article - articolo]. In NUOVA SECONDARIA. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/222628

Tre "Maestri". Mario Lodi

Scotto di Luzio, Adolfo
2022-01-01

Abstract

Mario Lodi was born and grew up with Fascism, in an area of Italy, the Lower Eastern Po Valley, where two opposing forces for a long time, the Nation and Agrarian Socialism, faced each other since the beginning of the century, before and after the Mussolini regime. These two circumstances made a profound mark in the life of one the most famous teachers of republican and democratic Italy: in the search, first of all, of a school for the people, which would definitively solve the problem of the historical exclusion of the lower classes from education and in the longing, on the other hand, for a rural marginality that was capable of preserving the values that the impetuous transformation of the country, after the war and after the defeat of the laborers' movement in the southern countryside and in the Po Painura, had set in motion. Exponent of the Cooperative Education Movement, after 1968, Lodi became, thanks above all to the mediation of the Communist Party, through Bruno Ciari, Gianni Rodari and Daniele Ponchiroli of the Einaudi publishing house, the democratic teacher par excellence, a sort of lay equivalent of Don Lorenzo Milani , and as such it entered the memory of the Italian school of the second half of the twentieth century.
articolo
2022
Mario Lodi nasce e cresce con il fascismo, in una zona dell’Italia, la Bassa Pianura padana orientale dove si affrontano fin dall’inizio del secolo, prima e dopo il regime mussoliniano, due forze a lungo contrapposte, la Nazione e il Socialismo agrario. Di queste due circostanze della sua vita, uno dei più celebri maestri dell’Italia repubblicana e democratica porterà chiaramente il segno. Nella ricerca, innanzitutto, di una scuola per il popolo, che avviasse definitivamente a soluzione il problema della storica esclusione dei ceti subalterni dall’istruzione e nel vagheggiamento di una marginalità rurale che fosse capace di custodire valori che l’impetuosa trasformazione del Paese dopo la guerra e dopo la sconfitta del movimento bracciantile, nelle campagne meridionali e nella Painura padana, aveva messo in moto. Esponente del Movimento di educazione cooperativa, dopo il Sessantotto, Lodi divenne, grazie soprattutto alla mediazione del Partito comunista, attraverso Bruno Ciari, Gianni Rodari e Daniele Ponchiroli della casa editrice Einaudi il maestro democratico per eccellenza, una sorta di corrispettivo laico di don Lorenzo Milani, e come tale si è iscritto nella memoria della scuola italiana della seconda metà del Novecento.
SCOTTO DI LUZIO, Adolfo
(2022). Tre "Maestri". Mario Lodi [journal article - articolo]. In NUOVA SECONDARIA. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/222628
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