Larga parte del patrimonio edilizio italiano presenta tangibili carenze dal punto di vista energetico, strutturale ed architettonico. Ciò comporta un elevato impatto ambientale associato sia ai notevoli consumi energetici, che alla necessità di intervenire per la riparazione o demolizione e smaltimento a seguito di eventuali eventi sismici. Intervenire focalizzandosi sulle singole problematiche non è la soluzione adeguata al miglioramento delle prestazioni degli edifici, sia dal punto di vista economico che della sostenibilità, in quanto l’importanza del problema richiede misure più estese, integrate ed efficaci. Operare in modo integrato sugli edifici pianificando interventi che ne risolvano contestualmente tutte le carenze permette di superare le criticità dei tradizionali interventi disaccoppiati, garantendo il massimo dei benefici con il minimo dei costi. In questo articolo si riporta un esempio di intervento globale ed olistico, concepito in ottica Life Cycle Thinking, che prevede la realizzazione di un esoscheletro metallico esterno, costituito sia da tubolari cavi che da pannelli in lamiera, per il rinforzo strutturale di una tipologia di edifici residenziali diffusamente realizzati nel nord d’Italia negli anni ’50 e ’60. L’edificio analizzato è caratterizzato dalla presenza di muratura portante in blocchi di laterizio ad alto indice di foratura disposti con i fori in orizzontale. Le pareti murarie realizzate con questa tecnica costruttiva sollecitate per presso-flessione esibiscono un meccanismo di rottura fragile, per modestissimi valori del drift di interpiano, inferiori rispetto a quanto suggerito dalle norme per le pareti in muratura, che comporta anche la perdita di capacità portante ai carichi verticali. L’intervento di miglioramento sismico concepito per questa tipologia di edifici deve pertanto limitare gli spostamenti laterali di interpiano, mantenendo l’edificio in campo elastico per eventi sismici di alta intensità. L’efficacia della tipologia di rinforzo proposta è stata verificata per l’edificio caso studio, ubicato in un territorio di zona sismica 2. Il rinnovamento architettonico delle facciate dello stesso edificio è stato concepito sia per evidenziare il ruolo strutturale dei nuovi componenti in acciaio, sia per conservare il carattere figurativo murario che rende coerente l’edificio al suo contesto. L’intervento di efficientamento energetico prevede l’applicazione di elementi coibentanti che consentono il passaggio dalla classe energetica F alla B
(2022). Riqualificazione Integrata con esoscheletro in acciaio: applicazione a un edificio esistente [journal article - articolo]. In COSTRUZIONI METALLICHE. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/228670
Riqualificazione Integrata con esoscheletro in acciaio: applicazione a un edificio esistente
Zanni, Jacopo;Cademartori, Stefano;Labo, Simone;Milesi, Michele;Passoni, Chiara;Marini, Alessandra;Belleri, Andrea;Riva, Paolo;
2022-01-01
Abstract
Larga parte del patrimonio edilizio italiano presenta tangibili carenze dal punto di vista energetico, strutturale ed architettonico. Ciò comporta un elevato impatto ambientale associato sia ai notevoli consumi energetici, che alla necessità di intervenire per la riparazione o demolizione e smaltimento a seguito di eventuali eventi sismici. Intervenire focalizzandosi sulle singole problematiche non è la soluzione adeguata al miglioramento delle prestazioni degli edifici, sia dal punto di vista economico che della sostenibilità, in quanto l’importanza del problema richiede misure più estese, integrate ed efficaci. Operare in modo integrato sugli edifici pianificando interventi che ne risolvano contestualmente tutte le carenze permette di superare le criticità dei tradizionali interventi disaccoppiati, garantendo il massimo dei benefici con il minimo dei costi. In questo articolo si riporta un esempio di intervento globale ed olistico, concepito in ottica Life Cycle Thinking, che prevede la realizzazione di un esoscheletro metallico esterno, costituito sia da tubolari cavi che da pannelli in lamiera, per il rinforzo strutturale di una tipologia di edifici residenziali diffusamente realizzati nel nord d’Italia negli anni ’50 e ’60. L’edificio analizzato è caratterizzato dalla presenza di muratura portante in blocchi di laterizio ad alto indice di foratura disposti con i fori in orizzontale. Le pareti murarie realizzate con questa tecnica costruttiva sollecitate per presso-flessione esibiscono un meccanismo di rottura fragile, per modestissimi valori del drift di interpiano, inferiori rispetto a quanto suggerito dalle norme per le pareti in muratura, che comporta anche la perdita di capacità portante ai carichi verticali. L’intervento di miglioramento sismico concepito per questa tipologia di edifici deve pertanto limitare gli spostamenti laterali di interpiano, mantenendo l’edificio in campo elastico per eventi sismici di alta intensità. L’efficacia della tipologia di rinforzo proposta è stata verificata per l’edificio caso studio, ubicato in un territorio di zona sismica 2. Il rinnovamento architettonico delle facciate dello stesso edificio è stato concepito sia per evidenziare il ruolo strutturale dei nuovi componenti in acciaio, sia per conservare il carattere figurativo murario che rende coerente l’edificio al suo contesto. L’intervento di efficientamento energetico prevede l’applicazione di elementi coibentanti che consentono il passaggio dalla classe energetica F alla BFile | Dimensione del file | Formato | |
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