La parola, in tempo di durezza rischia d'essere svuotata, e tradita. Non impegna più chi la scambia in una promessa (di attenzione e giustizia); per chi cerca non è più cammino di "approssimazione" e di accoglienza della verità. La parola non è più l'antica esperienza della capacità di ricevere e di rispettare la vita e la realtà offerta. E di risuonarne come "parola aurorale". La parola si fa, invece, esercizio di forza, ricerca di primato, strumento di esclusione. Luogo di giudizio duro, anche violento, espressione della volontà di potenza, della riduzione dell'altro a cosa, disponibile per trattamenti ed utilizzi. La parola è il potere, la parola è la cecità, la parola è la negazione, la distruzione. Questo diventa la parola che afferma e che dispone: che non ascolta, non tesse, non cerca risonanze. È parola "prima" che prende cose e persone. "Rapace" direbbe Panikkar, parola di dominio. La parola offerta dalla scuola è cammino per accogliere la realtà dell'umanità che cerca la liberazione. La libertà è dura, specie per chi cresce in realtà che sono da tempo fuori dall'influsso vivificatore della parola, segnate da guerre e da ingiustizia. Da tutto questo son tagliati fuori questi infelici e non solo per il loro non posseder la parola abbastanza, ma soprattutto per non aver conosciuto la sua dignità vivificatrice, la sua capacità di spiegare, di legare, di trasformare, di contemplare, di costruire.” Questo è di tante infanzie.
(2022). Parole disarmate. La parola come potere, la parola come riserbo [journal article - articolo]. In BAMBINI. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/228949
Parole disarmate. La parola come potere, la parola come riserbo
Lizzola, Ivo
2022-01-01
Abstract
La parola, in tempo di durezza rischia d'essere svuotata, e tradita. Non impegna più chi la scambia in una promessa (di attenzione e giustizia); per chi cerca non è più cammino di "approssimazione" e di accoglienza della verità. La parola non è più l'antica esperienza della capacità di ricevere e di rispettare la vita e la realtà offerta. E di risuonarne come "parola aurorale". La parola si fa, invece, esercizio di forza, ricerca di primato, strumento di esclusione. Luogo di giudizio duro, anche violento, espressione della volontà di potenza, della riduzione dell'altro a cosa, disponibile per trattamenti ed utilizzi. La parola è il potere, la parola è la cecità, la parola è la negazione, la distruzione. Questo diventa la parola che afferma e che dispone: che non ascolta, non tesse, non cerca risonanze. È parola "prima" che prende cose e persone. "Rapace" direbbe Panikkar, parola di dominio. La parola offerta dalla scuola è cammino per accogliere la realtà dell'umanità che cerca la liberazione. La libertà è dura, specie per chi cresce in realtà che sono da tempo fuori dall'influsso vivificatore della parola, segnate da guerre e da ingiustizia. Da tutto questo son tagliati fuori questi infelici e non solo per il loro non posseder la parola abbastanza, ma soprattutto per non aver conosciuto la sua dignità vivificatrice, la sua capacità di spiegare, di legare, di trasformare, di contemplare, di costruire.” Questo è di tante infanzie.File | Dimensione del file | Formato | |
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