Il saggio prende spunto da una ricerca pubblicata nel 2008 e focalizzata sul tema della possibile convivenza – nella scuola multiculturale – di pratiche, segni e simboli di religioni diverse. La riflessione parte dall’analisi dei diversi esiti cui approda il dibattito intorno al rapporto tra laicità degli spazi pubblici e realtà multietnica e multireligiosa nel contesto europeo. A partire dalla scelta “laica” dell’Unione Europea, confermata dal Trattato di Lisbona (2007), si indagano alcuni contesti nazionali – Francia, Spagna e Italia – per esplorare le diverse concezioni della laicità dello Stato e le modalità di concretizzarle in ambito scolastico, anche alla luce della presenza di alunne e alunni portatori di vissuti, esperienze, memorie, tradizioni, culture, religioni molteplici. Lo specifico italiano è stato ulteriormente indagato attraverso una ricerca empirica, condotta tramite interviste semistrutturate in otto scuole di due città lombarde ad alta concentrazione di stranieri (Bergamo e Brescia); tale ricerca ha permesso un’esplorazione del tema, a partire dai diversi punti di vista dei soggetti coinvolti: dirigenti, insegnanti, mediatori e ha consentito, da una parte, di indagare sulle diverse modalità con le quali tali operatori affrontano la presenza multireligiosa, soprattutto nei suoi aspetti più concreti quali alimentazione, abbigliamento, feste religiose… e, dall’altra, di cogliere atteggiamenti e comportamenti di ragazze e ragazzi che sperimentano nel loro vissuto scolastico una convivenza “multisfaccetata”, dal punto di vista etnico, culturale e religioso. A fronte di una significativa ed esplicita presenza nelle strutture scolastiche del “fatto religioso” – in termini di organizzazione del calendario scolastico, della possibile opzione per l’IRC e di feste legate prevalentemente alla tradizione cattolica, ma anche di aspetti legati all’alimentazione, all’abbigliamento, alle pratiche sportive, ecc. – è emerso che la “questione religiosa” è scarsamente affrontata e tematizzata in modo esplicito dagli insegnanti. Tuttavia, anche la diversità religiosa diviene – grazie alla curiosità e alle domande degli alunni, ma anche semplicemente attraverso la testimonianza di cui sono portatori con i loro vissuti – importante occasione di conoscenza e di dialogo, producendo in dirigenti e insegnanti la consapevolezza che la multireligiosità può diventare risorsa educativa, in quanto opportunità diretta e concreta di confronto fra dimensioni simboliche e valoriali diverse. Tutto questo nella consapevolezza che le questioni poste fanno riferimento a situazioni e problematiche non semplici, che mettono in gioco, tra l’altro, differenti modalità di vivere anche la stessa appartenenza di fede e, soprattutto, il rapporto tra il percorso migratorio e quello identitario, nel quale la dimensione religiosa – come ancoraggio alle origini oppure come presa di distanza, o ancora un mix ambivalente delle due opzioni – gioca un ruolo decisamente significativo.
(2010). Schools and religions: experience, symbols and practices [journal article - articolo]. In ITALIAN JOURNAL OF SOCIOLOGY OF EDUCATION. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/22990
Schools and religions: experience, symbols and practices
OTTAVIANO, Cristiana
2010-01-01
Abstract
Il saggio prende spunto da una ricerca pubblicata nel 2008 e focalizzata sul tema della possibile convivenza – nella scuola multiculturale – di pratiche, segni e simboli di religioni diverse. La riflessione parte dall’analisi dei diversi esiti cui approda il dibattito intorno al rapporto tra laicità degli spazi pubblici e realtà multietnica e multireligiosa nel contesto europeo. A partire dalla scelta “laica” dell’Unione Europea, confermata dal Trattato di Lisbona (2007), si indagano alcuni contesti nazionali – Francia, Spagna e Italia – per esplorare le diverse concezioni della laicità dello Stato e le modalità di concretizzarle in ambito scolastico, anche alla luce della presenza di alunne e alunni portatori di vissuti, esperienze, memorie, tradizioni, culture, religioni molteplici. Lo specifico italiano è stato ulteriormente indagato attraverso una ricerca empirica, condotta tramite interviste semistrutturate in otto scuole di due città lombarde ad alta concentrazione di stranieri (Bergamo e Brescia); tale ricerca ha permesso un’esplorazione del tema, a partire dai diversi punti di vista dei soggetti coinvolti: dirigenti, insegnanti, mediatori e ha consentito, da una parte, di indagare sulle diverse modalità con le quali tali operatori affrontano la presenza multireligiosa, soprattutto nei suoi aspetti più concreti quali alimentazione, abbigliamento, feste religiose… e, dall’altra, di cogliere atteggiamenti e comportamenti di ragazze e ragazzi che sperimentano nel loro vissuto scolastico una convivenza “multisfaccetata”, dal punto di vista etnico, culturale e religioso. A fronte di una significativa ed esplicita presenza nelle strutture scolastiche del “fatto religioso” – in termini di organizzazione del calendario scolastico, della possibile opzione per l’IRC e di feste legate prevalentemente alla tradizione cattolica, ma anche di aspetti legati all’alimentazione, all’abbigliamento, alle pratiche sportive, ecc. – è emerso che la “questione religiosa” è scarsamente affrontata e tematizzata in modo esplicito dagli insegnanti. Tuttavia, anche la diversità religiosa diviene – grazie alla curiosità e alle domande degli alunni, ma anche semplicemente attraverso la testimonianza di cui sono portatori con i loro vissuti – importante occasione di conoscenza e di dialogo, producendo in dirigenti e insegnanti la consapevolezza che la multireligiosità può diventare risorsa educativa, in quanto opportunità diretta e concreta di confronto fra dimensioni simboliche e valoriali diverse. Tutto questo nella consapevolezza che le questioni poste fanno riferimento a situazioni e problematiche non semplici, che mettono in gioco, tra l’altro, differenti modalità di vivere anche la stessa appartenenza di fede e, soprattutto, il rapporto tra il percorso migratorio e quello identitario, nel quale la dimensione religiosa – come ancoraggio alle origini oppure come presa di distanza, o ancora un mix ambivalente delle due opzioni – gioca un ruolo decisamente significativo.File | Dimensione del file | Formato | |
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