Un memoriale di recente pubblicazione (Giovanni Bontempi, Un girasole lo veglierà: da Marone alla campagna di Russia. Un memoriale della Seconda guerra mondiale, a cura di Giuseppe Cittadini, con un saggio introduttivo di Piera Tomasoni, Brescia, Grafo, 2014) ripropone un problema che coinvolge tutta la memorialistica della campagna di Russia: perché un così alto numero di partecipanti al conflitto ha sentito l’urgenza di scriverne? Il movente che ha spinto l’autore di Un girasole lo veglierà, Giovanni Bontempi, è essenzialmente la mancanza di libri che trattino dell’infelice e disastrosa spedizione italiana in terra di Russia dell’armir (il memoriale è stato scritto intorno agli anni Sessanta del Novecento, quando erano già diffuse le memorie degli alpini, arrivati però in Russia solo un anno dopo i primi corpi di spedizione italiana), e di conseguenza la volontà di non perdere memoria di un evento così terribile. Al tempo stesso, però, la scrittura ha anche un valore terapeutico: l’autore cerca attraverso di essa di rielaborare il lutto, di riuscire a superare il trauma di aver visto i commilitoni, alcuni dei quali divenuti per lui quasi fratelli, morire uno ad uno accanto lui. La relazione che qui presentiamo si propone di indagare, a partire dal memoriale sopra ricordato, i moventi che stanno alla base delle innumerevoli testimonianze memoriali e romanzesche della campagna di Russia. Si farà naturalmente riferimento ai testi più famosi, dal Sergente nella neve di Rigoni Stern a Centomila gavette di ghiaccio di Bedeschi, senza però trascurare testi di scrittori improvvisati, che hanno sentito il bisogno, per motivi differenti, di fissare sulla carta la propria testimonianza. Se, come bene sottolinea Giorgio Rochiat, esistono dei topoi comuni a tutta la memorialistica della campagna di Russia, si cercherà di dimostrare come esistano anche motivi ricorrenti che hanno spinto i protagonisti di questi episodi bellici a lasciarne testimonianze narrative.
(2017). «Un girasole lo veglierà». La scrittura come memoria: il caso della campagna di Russia . Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/230974
«Un girasole lo veglierà». La scrittura come memoria: il caso della campagna di Russia
Cappelletti, Cristina
2017-01-01
Abstract
Un memoriale di recente pubblicazione (Giovanni Bontempi, Un girasole lo veglierà: da Marone alla campagna di Russia. Un memoriale della Seconda guerra mondiale, a cura di Giuseppe Cittadini, con un saggio introduttivo di Piera Tomasoni, Brescia, Grafo, 2014) ripropone un problema che coinvolge tutta la memorialistica della campagna di Russia: perché un così alto numero di partecipanti al conflitto ha sentito l’urgenza di scriverne? Il movente che ha spinto l’autore di Un girasole lo veglierà, Giovanni Bontempi, è essenzialmente la mancanza di libri che trattino dell’infelice e disastrosa spedizione italiana in terra di Russia dell’armir (il memoriale è stato scritto intorno agli anni Sessanta del Novecento, quando erano già diffuse le memorie degli alpini, arrivati però in Russia solo un anno dopo i primi corpi di spedizione italiana), e di conseguenza la volontà di non perdere memoria di un evento così terribile. Al tempo stesso, però, la scrittura ha anche un valore terapeutico: l’autore cerca attraverso di essa di rielaborare il lutto, di riuscire a superare il trauma di aver visto i commilitoni, alcuni dei quali divenuti per lui quasi fratelli, morire uno ad uno accanto lui. La relazione che qui presentiamo si propone di indagare, a partire dal memoriale sopra ricordato, i moventi che stanno alla base delle innumerevoli testimonianze memoriali e romanzesche della campagna di Russia. Si farà naturalmente riferimento ai testi più famosi, dal Sergente nella neve di Rigoni Stern a Centomila gavette di ghiaccio di Bedeschi, senza però trascurare testi di scrittori improvvisati, che hanno sentito il bisogno, per motivi differenti, di fissare sulla carta la propria testimonianza. Se, come bene sottolinea Giorgio Rochiat, esistono dei topoi comuni a tutta la memorialistica della campagna di Russia, si cercherà di dimostrare come esistano anche motivi ricorrenti che hanno spinto i protagonisti di questi episodi bellici a lasciarne testimonianze narrative.File | Dimensione del file | Formato | |
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