L’ambivalenza dell’uso omerico del termine psyché, riferito da una parte a qualcosa di corporeo (il respiro che esala dal corpo) e dall’altra a qualcosa di incorporeo (le ombre dell’Ade, visibili ma non tangibili) si pone all’origine del dibattito a distanza tra chi, a partire dai naturalisti presocratici, concepisce l’anima come corporea (monismo materialista) e chi, seguendo pitagorici e platonici, la ritiene invece incorporea (dualismo delle sostanze). È Aristotele il primo a offrire una soluzione alternativa a queste due posizioni, considerando l’anima come forma immanente del corpo (ilomorfismo)
(2011). La mente e il corpo . Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/232730
La mente e il corpo
Mingucci, Giulia
2011-01-01
Abstract
L’ambivalenza dell’uso omerico del termine psyché, riferito da una parte a qualcosa di corporeo (il respiro che esala dal corpo) e dall’altra a qualcosa di incorporeo (le ombre dell’Ade, visibili ma non tangibili) si pone all’origine del dibattito a distanza tra chi, a partire dai naturalisti presocratici, concepisce l’anima come corporea (monismo materialista) e chi, seguendo pitagorici e platonici, la ritiene invece incorporea (dualismo delle sostanze). È Aristotele il primo a offrire una soluzione alternativa a queste due posizioni, considerando l’anima come forma immanente del corpo (ilomorfismo)File | Dimensione del file | Formato | |
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