Nella cultura italiana, la nascita del fotogiornalismo ha rappresentato una delle forme di immediata e percepita modernità dell’immagine: esso arriva in Italia a partire dai tardi anni Trenta attraverso riviste come Omnibus (1937-1939), Tempo (1939-1943), Il Politecnico (1945-1947). Omnibus, costretta a chiudere nel 1939 a causa della censura fascista, farà da modello per le successive testate, inaugurando la formula del rotocalco e sperimentando un uso dell’immagine fotografica del tutto inedito, frutto della collaborazione fra l’operatore Cesare Barzacchi e il direttore Leo Longanesi, che orchestra la risignificazione degli scatti attraverso le didascalie e un “montaggio” dal forte valore concettuale. È da qui che probabilmente nasce la formula del fototesto, condivisa dalle successive testate, nella quale si assiste alla combinazione di un certo tipo di immagine, di per sé “nuova” (soprattutto se confrontata con quella proposta dalla fotografia d’arte coeva, ancora legata a cliché estetizzanti e stilemi pittorici), con un certo tipo di racconto, firmato peraltro dai letterati e dagli intellettuali più significativi del periodo, che si ispiravano ai modelli del fotogiornalismo americano. Il saggio ricostruisce il rapporto fra cinema e fotogiornalismo, per analizzare il processo di modernizzazione dell’immagine, in particolare nel quadro neorealista, nel contesto italiano.
(2009). Neorealismo italo-americano. Alle origini dell'immagine moderna [book chapter - capitolo di libro]. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/23478
Neorealismo italo-americano. Alle origini dell'immagine moderna
GRESPI, Barbara
2009-01-01
Abstract
Nella cultura italiana, la nascita del fotogiornalismo ha rappresentato una delle forme di immediata e percepita modernità dell’immagine: esso arriva in Italia a partire dai tardi anni Trenta attraverso riviste come Omnibus (1937-1939), Tempo (1939-1943), Il Politecnico (1945-1947). Omnibus, costretta a chiudere nel 1939 a causa della censura fascista, farà da modello per le successive testate, inaugurando la formula del rotocalco e sperimentando un uso dell’immagine fotografica del tutto inedito, frutto della collaborazione fra l’operatore Cesare Barzacchi e il direttore Leo Longanesi, che orchestra la risignificazione degli scatti attraverso le didascalie e un “montaggio” dal forte valore concettuale. È da qui che probabilmente nasce la formula del fototesto, condivisa dalle successive testate, nella quale si assiste alla combinazione di un certo tipo di immagine, di per sé “nuova” (soprattutto se confrontata con quella proposta dalla fotografia d’arte coeva, ancora legata a cliché estetizzanti e stilemi pittorici), con un certo tipo di racconto, firmato peraltro dai letterati e dagli intellettuali più significativi del periodo, che si ispiravano ai modelli del fotogiornalismo americano. Il saggio ricostruisce il rapporto fra cinema e fotogiornalismo, per analizzare il processo di modernizzazione dell’immagine, in particolare nel quadro neorealista, nel contesto italiano.File | Dimensione del file | Formato | |
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