In this contribution we aim to analyse the opening pages of Stendhal's Journal with a special focus on the landscape of Bergamo. The excerpts from the Journal we consider appear to be in tune with the 18th-century evolution of landscape theories and the concept of the picturesque linked to them, of which Stendhal was well aware, and are configured as the product of the young author's literary imagination, in those years all marked by the Rousseauian myth. These are not only the first occurrences in which Stendhal writes about landscape: even in their brevity, they testify to an already formed sensibility and aesthetic vision, which would be confirmed and enriched in the author's subsequent literary production. Moreover, Stendhal's landscape will become a reference point, among others, for 19th century travel literature, which will retrace its places and cultivate its imagery. The landscape of Bergamo thus became a topos of Stendhal's locus amenus and inspired the imagination of travellers and literary figures throughout the 19th century and beyond.

In questo contributo, le pagine d’esordio del Journal stendhaliano sono studiate con un’attenzione peculiare riservata al paesaggio bergamasco. Gli estratti del Journal considerati appaiono in sintonia con l’evoluzione settecentesca delle teorie paesaggistiche e del concetto di pittoresco a loro legato, di cui Stendhal è ben consapevole, e si configurano quale portato dell’immaginario letterario del giovane autore, in quegli anni tutto improntato al mito rousseauiano. Non si tratta solamente delle prime occorrenze in cui Stendhal scrive di paesaggio: seppure nella loro brevità, queste testimoniano infatti di una sensibilità e di una visione estetica già formate, che si andranno confermando e arricchendo nella produzione letteraria successiva dell’autore. Inoltre, il paesaggio stendhaliano assurgerà a riferimento, tra gli altri, per la letteratura di viaggio ottocentesca, che ne ripercorre i luoghi e ne coltiva l’immaginario. Il paesaggio di Bergamo si impone in tal modo come un topos di locus amenus stendhaliano e ispira l’immaginario dei viaggiatori e dei letterati lungo l’Ottocento e oltre.

(2022). “Ero, senza rendermene conto, estremamente sensibile alla bellezza dei paesaggi”. Bergamo e l’immaginario dei luoghi ameni nel giovane Stendhal [journal article - articolo]. In ELEPHANT & CASTLE. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/235809

“Ero, senza rendermene conto, estremamente sensibile alla bellezza dei paesaggi”. Bergamo e l’immaginario dei luoghi ameni nel giovane Stendhal

Pagani, Francesca
2022-01-01

Abstract

In this contribution we aim to analyse the opening pages of Stendhal's Journal with a special focus on the landscape of Bergamo. The excerpts from the Journal we consider appear to be in tune with the 18th-century evolution of landscape theories and the concept of the picturesque linked to them, of which Stendhal was well aware, and are configured as the product of the young author's literary imagination, in those years all marked by the Rousseauian myth. These are not only the first occurrences in which Stendhal writes about landscape: even in their brevity, they testify to an already formed sensibility and aesthetic vision, which would be confirmed and enriched in the author's subsequent literary production. Moreover, Stendhal's landscape will become a reference point, among others, for 19th century travel literature, which will retrace its places and cultivate its imagery. The landscape of Bergamo thus became a topos of Stendhal's locus amenus and inspired the imagination of travellers and literary figures throughout the 19th century and beyond.
articolo
2022
In questo contributo, le pagine d’esordio del Journal stendhaliano sono studiate con un’attenzione peculiare riservata al paesaggio bergamasco. Gli estratti del Journal considerati appaiono in sintonia con l’evoluzione settecentesca delle teorie paesaggistiche e del concetto di pittoresco a loro legato, di cui Stendhal è ben consapevole, e si configurano quale portato dell’immaginario letterario del giovane autore, in quegli anni tutto improntato al mito rousseauiano. Non si tratta solamente delle prime occorrenze in cui Stendhal scrive di paesaggio: seppure nella loro brevità, queste testimoniano infatti di una sensibilità e di una visione estetica già formate, che si andranno confermando e arricchendo nella produzione letteraria successiva dell’autore. Inoltre, il paesaggio stendhaliano assurgerà a riferimento, tra gli altri, per la letteratura di viaggio ottocentesca, che ne ripercorre i luoghi e ne coltiva l’immaginario. Il paesaggio di Bergamo si impone in tal modo come un topos di locus amenus stendhaliano e ispira l’immaginario dei viaggiatori e dei letterati lungo l’Ottocento e oltre.
Pagani, Francesca
(2022). “Ero, senza rendermene conto, estremamente sensibile alla bellezza dei paesaggi”. Bergamo e l’immaginario dei luoghi ameni nel giovane Stendhal [journal article - articolo]. In ELEPHANT & CASTLE. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/235809
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