Françoise Sagan al di là delle etichette

Throughout her career, Françoise Sagan has constantly proven her undying passion for writing by publishing a new book almost every year. Instead of soliciting her to conform her novels to the changes the literary canon deemed imperative, the emergence of new genres such as the nouveau roman made her distance herself even more from that canon, thus being faithful to her vision and ideals. This is one of the reasons why it is so difficult for critics to categorize Sagan’s writing, often misleadingly associated to disparate genres and categories, mainly because of the myth built around the woman – rather than the writer – and her frenetic lifestyle. Since the early Two Thousands, contemporary critics have moved past this façade in order to focus on her books and have found new categories to investigate her works. Despite the essential role these new approaches have in the rediscovery and positive revaluation of F. Sagan’s novels, nonetheless, these categories present – at least some of – the same issues of the past. Thus, this article aims at problematizing the “anti-sentimental” (Morello) and “anti-passion” (Hromadova) labels in order to show just how inadvertently dangerous and reductive they can be towards F. Sagan’s works.

Françoise Sagan ha dimostrato, nel corso di tutta la sua carriera, la propria completa dedizione alla scrittura, pubblicando a un ritmo di un’opera quasi ogni anno. L’emergenza di generi nuovi come il nouveau roman non spinge l’autrice a conformarsi ai mutamenti che alcuni suoi contemporanei tentano di imporre, ma al contrario rafforza la sua volontà di restare fedele a se stessa e alla sua arte. Proprio questo carattere dell’autrice è uno degli elementi che pone in difficoltà la critica nel categorizzare la sua scrittura, troppo spesso associata a categorie ad essa poco pertinenti, se non fuorvianti, principalmente a causa di un pregiudizio contro il personaggio mediatico – la sua maschera – costruito intorno alla sua figura, che cattura e distoglie drasticamente l’attenzione dai libri. A partire dagli Anni Duemila, l’approccio della critica contemporanea tenta di andare oltre il mito Sagan per poterne valorizzare la letteratura, trovando nuove categorie che, se possono apparire più pertinenti e sono indubbiamente essenziali per una rivalutazione positiva della produzione saganiana, possono risultare altrettanto limitanti quanto quelle del passato. Coerentemente, lo scopo di questo articolo è quello di problematizzare le recenti etichette “antisentimentale” (Morello) e “anti-passione” (Hromadova) che classificano la produzione dell’Autrice per dimostrare i rischi e il carattere riduttivo che esse possono rappresentare nei confronti dell’opera di F. Sagan.