Il saggio analizza il carteggio inedito tra Giovanni Pascoli, professore di letteratura latina a Messina e il suo allievo siciliano Giuseppe Sala Contarini, di Girgenti (1876-1942 ), presentato all’inaugurazione del XXIV anno dell’Accademia Pascoliana di San Mauro (15/01/2006), ma ancora pochissimo noto. Si tratta di un archivio, ora acquisito dal Comune di San Mauro e conservato nella Biblioteca di Casa Pascoli, contenente 44 testi epistolari, tra lettere, cartoline postali e cartoline illustrate, scritte da Pascoli all’allievo, tra il 1900 e l’ 8/1/1912, nonché l’autografo di due lezioni universitarie sulle "Bucoliche" virgiliane. Rispetto al regime delle carte disperse dell’epistolario pascoliano il carteggio Pascoli-Sala Contarini risulta prezioso per il carattere intermedio tra pubblico e privato. Non si tratta di uno scambio epistolare costituito da lettere di circostanza e di fredda ufficialità, né di un ambito di rapporti e affetti strettamente familiari (quello testimoniato nella biografia di Maria Pascoli e nella biblioteca di Castelvecchio); le lettere tra maestro e allievo, legate alla semplicità della vita e del quotidiano, ai viaggi, agli spostamenti, agli eventi lieti e tristi degli anni messinesi e insieme al lavoro letterario ed universitario, ci informano su tanti episodi in modo diretto, immediato e impulsivo. Pascoli è in queste lettere professore e maestro tra familiarità e autorevolezza, ritrosie e confidenze, pieno di esigenze e di premure. Il nucleo più consistente delle lettere del 1900 corrisponde alla vicenda editoriale e critica di "Sotto il velame" e s’intreccia con alcune di quelle de "L’Archivio dei «nobili spiriti»", pubblicate da Gianni Oliva. Inoltre il riscontro con le carte e le pubblicazioni del Sala conservate Biblioteca di Castelvecchio ha permesso di dar conto di dati e di elementi del carteggio sfuggiti alla schedatura delle carte epistolari dei corrispondenti di Pascoli (perché nascosti nelle pagine dei libri). Circa le lezioni autografe non mi risultano sinora segnalati altrove ritrovamenti di questo tipo né nell’archivio di Castelvecchio, né nel censimento "Oltre Castelvecchio" di Carla Pisani, né in A. Traina, "Cento anni di Studi pascoliani (Addenda alla Bibliografia del Felcini)" o nelle integrazioni "Bibliografia della critica pascoliana (1997-1999)" e "Bibliografia della critica pascoliana. Integrazioni (1921-1999)" di C. Pisani, e P. Paradisi. Senza entrare nel merito del discorso didattico e critico affidato alle striscie messinesi, il saggio propone un primo confronto tra la loro tipologia testuale e le lezioni dattiloscritte dagli allievi della Scuola Pedagogica di Bologna, conservate a Castevecchio e già ampiamente studiate da Saverio Campanili (1992).
"Caro Agente" (tra Giovanni Pascoli e Giuseppe Sala Contarini)
DILLON, Matilde
2009-01-01
Abstract
Il saggio analizza il carteggio inedito tra Giovanni Pascoli, professore di letteratura latina a Messina e il suo allievo siciliano Giuseppe Sala Contarini, di Girgenti (1876-1942 ), presentato all’inaugurazione del XXIV anno dell’Accademia Pascoliana di San Mauro (15/01/2006), ma ancora pochissimo noto. Si tratta di un archivio, ora acquisito dal Comune di San Mauro e conservato nella Biblioteca di Casa Pascoli, contenente 44 testi epistolari, tra lettere, cartoline postali e cartoline illustrate, scritte da Pascoli all’allievo, tra il 1900 e l’ 8/1/1912, nonché l’autografo di due lezioni universitarie sulle "Bucoliche" virgiliane. Rispetto al regime delle carte disperse dell’epistolario pascoliano il carteggio Pascoli-Sala Contarini risulta prezioso per il carattere intermedio tra pubblico e privato. Non si tratta di uno scambio epistolare costituito da lettere di circostanza e di fredda ufficialità, né di un ambito di rapporti e affetti strettamente familiari (quello testimoniato nella biografia di Maria Pascoli e nella biblioteca di Castelvecchio); le lettere tra maestro e allievo, legate alla semplicità della vita e del quotidiano, ai viaggi, agli spostamenti, agli eventi lieti e tristi degli anni messinesi e insieme al lavoro letterario ed universitario, ci informano su tanti episodi in modo diretto, immediato e impulsivo. Pascoli è in queste lettere professore e maestro tra familiarità e autorevolezza, ritrosie e confidenze, pieno di esigenze e di premure. Il nucleo più consistente delle lettere del 1900 corrisponde alla vicenda editoriale e critica di "Sotto il velame" e s’intreccia con alcune di quelle de "L’Archivio dei «nobili spiriti»", pubblicate da Gianni Oliva. Inoltre il riscontro con le carte e le pubblicazioni del Sala conservate Biblioteca di Castelvecchio ha permesso di dar conto di dati e di elementi del carteggio sfuggiti alla schedatura delle carte epistolari dei corrispondenti di Pascoli (perché nascosti nelle pagine dei libri). Circa le lezioni autografe non mi risultano sinora segnalati altrove ritrovamenti di questo tipo né nell’archivio di Castelvecchio, né nel censimento "Oltre Castelvecchio" di Carla Pisani, né in A. Traina, "Cento anni di Studi pascoliani (Addenda alla Bibliografia del Felcini)" o nelle integrazioni "Bibliografia della critica pascoliana (1997-1999)" e "Bibliografia della critica pascoliana. Integrazioni (1921-1999)" di C. Pisani, e P. Paradisi. Senza entrare nel merito del discorso didattico e critico affidato alle striscie messinesi, il saggio propone un primo confronto tra la loro tipologia testuale e le lezioni dattiloscritte dagli allievi della Scuola Pedagogica di Bologna, conservate a Castevecchio e già ampiamente studiate da Saverio Campanili (1992).Pubblicazioni consigliate
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