L’Unione Europea promuove il benessere dei suoi popoli. Per perseguire tale finalità, il Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) prevede che l’Unione si adoperi per lo sviluppo sostenibile e la solidarietà tra gli Stati membri e tra le generazioni, combattendo l’esclusione sociale e sostenendo la coesione economica, sociale e territoriale. Nella ripartizione delle competenze stabilita dal TFUE, l’Unione Europea presenta tuttavia una competenza concorrente con gli Stati membri per quanto concerne la politica sociale e la politica di coesione economica, sociale e territoriale, esercitando tali competenze nel rispetto dei principi di sussidiarietà e proporzionalità. A seguito degli effetti della crisi economico-finanziaria esplosa nel 2008, che hanno aggravato i divari sociali esistenti, nel corso del 2017 gli Stati membri e gli organi dell’Unione Europea si sono impegnati a lavorare per un’Europa più sociale. Tale impegno si è poi tradotto nell’adozione del pilastro europeo dei diritti sociali che svolge il ruolo di guida per la realizzazione di risultati sociali e occupazionali efficaci in risposta alle sfide di un contesto sempre più instabile. Alla base del pilastro europeo dei diritti sociali vi è la constatazione che progresso economico e sociale sono sempre più interconnessi e che è necessario concentrare gli sforzi dell’Unione e degli Stati sulla costruzione di un modello di crescita più inclusivo e sostenibile, migliorando la competitività dell’Europa e rendendola più adeguata agli investimenti, alla creazione di posti di lavoro e al rafforzamento della coesione sociale. Se si vuole contribuire al benessere e alla prosperità delle nostre società ed economie, è, infatti, necessario sostenere tutti coloro che fanno parte della società. La focalizzazione sulla dimensione sociale è presente anche nelle priorità politiche della Commissione europea per il periodo 2019-2024 e nell’agenda strategica del Consiglio europeo. Con il nuovo mandato, infatti, il Consiglio europeo ha individuato quale priorità della sua agenda strategica quella di “costruire un’Europa più verde, equa, sociale e a impatto climatico zero”. Nell’ambito dei propri orientamenti politici1, la Commissione europea si è posta l’ambizioso obiettivo di far sì che l’Europa guidi la transizione verso un pianeta in salute e un nuovo universo digitale, unendo le persone e adeguando l’economia sociale di mercato alle sfide di un mondo sempre più instabile. Per cogliere tale sfida, la Commissione intende valorizzare al meglio le forze, i talenti e il potenziale dell’Europa, partendo dall’uguaglianza e dalla creazione di opportunità per tutti. Il programma politico della Commissione europea, in particolare, è basato sulla duplice transizione verde e digitale e su sei tematiche ambiziose. Con la prima priorità un green deal europeo, la Commissione intende fare dell’Europa il primo continente a impatto climatico zero, garantendo una transizione equa per tutti. La Commissione, con la priorità un’economia che lavora per le persone, intende invece puntare a traguardi più ambiziosi in termini di equità sociale e prosperità, conciliando sociale e mercato in un’economia moderna attraverso il pilastro europeo dei diritti sociali. La terza priorità posta dalla Commissione è quella di un’Europa pronta per l’era digitale, ossia un’Europa più ambiziosa nello sfruttare le opportunità dell’era digitale e che consenta di emancipare le persone attraverso l’istruzione e le competenze. Con lo scoppio della pandemia da Covid-19 e la crisi che ne è conseguita, si è innescata un’accelerazione della transizione verso un’Europa più verde, digitale e sociale e i diversi provvedimenti adottati – e le risorse rese disponibili – mostrano la rilevanza attribuita a questa triplice transizione.
(2022). Politiche e strumenti dell’Unione Europea per la ripresa e l’inclusione sociale . Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/239089
Politiche e strumenti dell’Unione Europea per la ripresa e l’inclusione sociale
Brugnoli, Alberto;
2022-01-01
Abstract
L’Unione Europea promuove il benessere dei suoi popoli. Per perseguire tale finalità, il Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) prevede che l’Unione si adoperi per lo sviluppo sostenibile e la solidarietà tra gli Stati membri e tra le generazioni, combattendo l’esclusione sociale e sostenendo la coesione economica, sociale e territoriale. Nella ripartizione delle competenze stabilita dal TFUE, l’Unione Europea presenta tuttavia una competenza concorrente con gli Stati membri per quanto concerne la politica sociale e la politica di coesione economica, sociale e territoriale, esercitando tali competenze nel rispetto dei principi di sussidiarietà e proporzionalità. A seguito degli effetti della crisi economico-finanziaria esplosa nel 2008, che hanno aggravato i divari sociali esistenti, nel corso del 2017 gli Stati membri e gli organi dell’Unione Europea si sono impegnati a lavorare per un’Europa più sociale. Tale impegno si è poi tradotto nell’adozione del pilastro europeo dei diritti sociali che svolge il ruolo di guida per la realizzazione di risultati sociali e occupazionali efficaci in risposta alle sfide di un contesto sempre più instabile. Alla base del pilastro europeo dei diritti sociali vi è la constatazione che progresso economico e sociale sono sempre più interconnessi e che è necessario concentrare gli sforzi dell’Unione e degli Stati sulla costruzione di un modello di crescita più inclusivo e sostenibile, migliorando la competitività dell’Europa e rendendola più adeguata agli investimenti, alla creazione di posti di lavoro e al rafforzamento della coesione sociale. Se si vuole contribuire al benessere e alla prosperità delle nostre società ed economie, è, infatti, necessario sostenere tutti coloro che fanno parte della società. La focalizzazione sulla dimensione sociale è presente anche nelle priorità politiche della Commissione europea per il periodo 2019-2024 e nell’agenda strategica del Consiglio europeo. Con il nuovo mandato, infatti, il Consiglio europeo ha individuato quale priorità della sua agenda strategica quella di “costruire un’Europa più verde, equa, sociale e a impatto climatico zero”. Nell’ambito dei propri orientamenti politici1, la Commissione europea si è posta l’ambizioso obiettivo di far sì che l’Europa guidi la transizione verso un pianeta in salute e un nuovo universo digitale, unendo le persone e adeguando l’economia sociale di mercato alle sfide di un mondo sempre più instabile. Per cogliere tale sfida, la Commissione intende valorizzare al meglio le forze, i talenti e il potenziale dell’Europa, partendo dall’uguaglianza e dalla creazione di opportunità per tutti. Il programma politico della Commissione europea, in particolare, è basato sulla duplice transizione verde e digitale e su sei tematiche ambiziose. Con la prima priorità un green deal europeo, la Commissione intende fare dell’Europa il primo continente a impatto climatico zero, garantendo una transizione equa per tutti. La Commissione, con la priorità un’economia che lavora per le persone, intende invece puntare a traguardi più ambiziosi in termini di equità sociale e prosperità, conciliando sociale e mercato in un’economia moderna attraverso il pilastro europeo dei diritti sociali. La terza priorità posta dalla Commissione è quella di un’Europa pronta per l’era digitale, ossia un’Europa più ambiziosa nello sfruttare le opportunità dell’era digitale e che consenta di emancipare le persone attraverso l’istruzione e le competenze. Con lo scoppio della pandemia da Covid-19 e la crisi che ne è conseguita, si è innescata un’accelerazione della transizione verso un’Europa più verde, digitale e sociale e i diversi provvedimenti adottati – e le risorse rese disponibili – mostrano la rilevanza attribuita a questa triplice transizione.File | Dimensione del file | Formato | |
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