Nel 2003 l’Unione Europea nominò un Rappresentante Speciale per il Caucaso del Sud, Heikki Talvitie, con il compito di individuare una strategia dell’attenzione nei confronti delle tre repubbliche transcaucasche. Tuttavia, sin da subito, il mandato fu giudicato insufficiente, poiché escludeva di fatto una componente essenziale della regione, la Ciscaucasia e già nel dicembre 2003 il parlamento raccomandava, coraggiosamente, di includere nella Politica Europea di Vicinato, anche la parte settentrionale del Caucaso, “intromettendosi” in quelli che da sempre Mosca definisce “affari interni”. La Commissione Europea accolse tale indicazione, che diventò operativa il 14 giugno 2004. Forse, il nuovo atteggiamento europeo potrebbe correlarsi con la sempre più annosa questione della candidatura della Turchia, il cui eventuale ingresso porterebbe le frontiere europee direttamente sul Caucaso, il Cancello dell’Asia. L’inserimento del Caucaso meridionale nella Politica Europea di Vicinato potrebbe rappresentare uno sviluppo potenzialmente positivo, ma la sua portata ed efficacia dipendono essenzialmente dalla capacità di Bruxelles di impostare una strategia coerente e unitaria nei confronti di Georgia, Armenia, Azerbaijan, ma soprattutto verso la Federazione Russa, evitando di venire risucchiata in un Maelstrom di conflittualità sempre meno sopita e che assume sempre più le tinte forti di un Islam locale eversivo, transfrontaliero e militante.

(2007). Gli strumenti e gli attori della stabilizzazione e della destabilizzazione nella regione del Caucaso [research project report - rapporto di ricerca]. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/240376

Gli strumenti e gli attori della stabilizzazione e della destabilizzazione nella regione del Caucaso

Brunelli, Michele
2007-01-01

Abstract

Nel 2003 l’Unione Europea nominò un Rappresentante Speciale per il Caucaso del Sud, Heikki Talvitie, con il compito di individuare una strategia dell’attenzione nei confronti delle tre repubbliche transcaucasche. Tuttavia, sin da subito, il mandato fu giudicato insufficiente, poiché escludeva di fatto una componente essenziale della regione, la Ciscaucasia e già nel dicembre 2003 il parlamento raccomandava, coraggiosamente, di includere nella Politica Europea di Vicinato, anche la parte settentrionale del Caucaso, “intromettendosi” in quelli che da sempre Mosca definisce “affari interni”. La Commissione Europea accolse tale indicazione, che diventò operativa il 14 giugno 2004. Forse, il nuovo atteggiamento europeo potrebbe correlarsi con la sempre più annosa questione della candidatura della Turchia, il cui eventuale ingresso porterebbe le frontiere europee direttamente sul Caucaso, il Cancello dell’Asia. L’inserimento del Caucaso meridionale nella Politica Europea di Vicinato potrebbe rappresentare uno sviluppo potenzialmente positivo, ma la sua portata ed efficacia dipendono essenzialmente dalla capacità di Bruxelles di impostare una strategia coerente e unitaria nei confronti di Georgia, Armenia, Azerbaijan, ma soprattutto verso la Federazione Russa, evitando di venire risucchiata in un Maelstrom di conflittualità sempre meno sopita e che assume sempre più le tinte forti di un Islam locale eversivo, transfrontaliero e militante.
rapporto di ricerca
rapporto del CeMiSS, V. FIORANI PIACENTINI, Il Caucaso: Area di Destabilizzazione Regionale o Nuova Frontiera Geoeconomica e Geoenergetica Europea, Rapporto di Ricerca CeMiSS B 10/AA, Roma, 2007
2007
Brunelli, Michele
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