The article studies an epistle in verse written by Albertino Mussato to Fra Benedetto of the Dominican convent of Saint Augustine of Padua: the topic of correspondence of the poet and the religious man (whose carmen has been lost) is the nature of a comet, which prompts a larger reflection on the movement of the planets and on the configuration of the eighth sphere. Asked to attempt a treatise on celestial matter, Mussato says he means to aim his poetry at less exalted topics, lamenting his incapacity to elevate his rhetorical intruments to the doctrinal level that astronomy would exact of him. Having demurred from the invitation to compose celestial verses, he then professes disinterest in the topic of hell, as he is no Hercules and no Aeneas. The metaliterary implications of what Mussato says, and the fact that the most immediate example of “poetry of the hereafter” must have been the coeval Commedia, suggest that we consider the epistle with respect to that poem, so as both to specify the ideological fulcra in the presumed intellectual rivalry of Dante and Mussato, and to note the ways and the context in which the earliest reception of the Commedia in northern Italy seems to have propagated.

L’articolo prende in esame un’epistola metrica di Albertino Mussato a frate Benedetto del convento domenicano di Sant’Agostino a Padova: oggetto della corrispondenza tra il poeta e il religioso (il cui carme è andato perduto) è la natura di una stella cometa, che dà spunto a una più ampia riflessione sul moto dei pianeti e sulla conformazione del cielo ottavo. Alla richiesta di cimentarsi nella trattazione della materia celeste, Mussato oppone l’ambizione a dedicare la propria poesia ad argomenti meno “alti” di quelli proposti dal frate, lamentando l’incapacità di elevare i propri strumenti retorici al livello dottrinale richiesto dall’astronomia. Con la rinuncia a comporre versi celesti, egli professa disinteresse a percorrere anche la via dell’inferno, asserendo di non essere Ercole o Enea. Le implicazioni metaletterarie del di- scorso di Mussato e il fatto che il più immediato esemplare di “poesia dell’aldilà” dovesse apparire ai suoi occhi la coeva Commedia suggeriscono quell’accostamento dell’epistola al poema, che mira da un lato a precisare i cardini ideologici della presunta rivalità intellettuale tra Dante e Mussato, dall’altro a dar conto dei modi e del contesto, in cui pare essersi dispie- gata la primissima ricezione della Commedia nell’Italia settentrionale.

(2018). Un'epistola 'dantesca' di Albertino Mussato [journal article - articolo]. In L'ALIGHIERI. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/240810

Un'epistola 'dantesca' di Albertino Mussato

Lombardo, Luca
2018-01-01

Abstract

The article studies an epistle in verse written by Albertino Mussato to Fra Benedetto of the Dominican convent of Saint Augustine of Padua: the topic of correspondence of the poet and the religious man (whose carmen has been lost) is the nature of a comet, which prompts a larger reflection on the movement of the planets and on the configuration of the eighth sphere. Asked to attempt a treatise on celestial matter, Mussato says he means to aim his poetry at less exalted topics, lamenting his incapacity to elevate his rhetorical intruments to the doctrinal level that astronomy would exact of him. Having demurred from the invitation to compose celestial verses, he then professes disinterest in the topic of hell, as he is no Hercules and no Aeneas. The metaliterary implications of what Mussato says, and the fact that the most immediate example of “poetry of the hereafter” must have been the coeval Commedia, suggest that we consider the epistle with respect to that poem, so as both to specify the ideological fulcra in the presumed intellectual rivalry of Dante and Mussato, and to note the ways and the context in which the earliest reception of the Commedia in northern Italy seems to have propagated.
articolo
2018
L’articolo prende in esame un’epistola metrica di Albertino Mussato a frate Benedetto del convento domenicano di Sant’Agostino a Padova: oggetto della corrispondenza tra il poeta e il religioso (il cui carme è andato perduto) è la natura di una stella cometa, che dà spunto a una più ampia riflessione sul moto dei pianeti e sulla conformazione del cielo ottavo. Alla richiesta di cimentarsi nella trattazione della materia celeste, Mussato oppone l’ambizione a dedicare la propria poesia ad argomenti meno “alti” di quelli proposti dal frate, lamentando l’incapacità di elevare i propri strumenti retorici al livello dottrinale richiesto dall’astronomia. Con la rinuncia a comporre versi celesti, egli professa disinteresse a percorrere anche la via dell’inferno, asserendo di non essere Ercole o Enea. Le implicazioni metaletterarie del di- scorso di Mussato e il fatto che il più immediato esemplare di “poesia dell’aldilà” dovesse apparire ai suoi occhi la coeva Commedia suggeriscono quell’accostamento dell’epistola al poema, che mira da un lato a precisare i cardini ideologici della presunta rivalità intellettuale tra Dante e Mussato, dall’altro a dar conto dei modi e del contesto, in cui pare essersi dispie- gata la primissima ricezione della Commedia nell’Italia settentrionale.
Lombardo, Luca
(2018). Un'epistola 'dantesca' di Albertino Mussato [journal article - articolo]. In L'ALIGHIERI. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/240810
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