While Boethius’ Consolation of Philosophy is widely recognized as having been fun- damental to Dante’s intellectual education, as testified in a well-known passage of the Convivio ( II .xii, 2); and notwithstanding the recent studies that have investigated the in- tertextual results of Dante’s encounter with the Consolation; it remains to be seen how this encounter may have been mediated by the vast tradition of glosses to the Late Ancient prosimetrum, given that the glosses enjoyed a wide diffusion within a geographical and chronological perimeter of pertinence to the Florentine poet. The article has two objec- tives: first, on the basis of recent historical-methodological acquisitions on the manuscript tradition of Boethius’ book in Italy, to cautiously define the cultural requisites for the hypothetical codex of Boethius read by Dante at the outset of his intellectual cursus, with regard to those types of books whose accessibility in Florence at the time of Vita Nova has been documented; second, to weigh what textual influence the glosses’ intervention may have had on Dante’s poetic and philosophical use of the Consolation.

Essendo risaputo l’apporto basilare che la Consolatio philosophiae di Boezio ha for- nito alla costituzione del paradigma intellettuale di Dante, come è testimoniato da un noto passo del Convivio ( II .xii, 2), a fronte dei recenti studi che hanno indagato gli esiti intertestuali di questo incontro dantesco col libro di Boezio, un ambito di ricerca che an- cora sembra bisognoso di approfondimenti concerne la monumentale tradizione di glosse al prosimetro tardoantico, che, essendo diffuse in un perimetro geografico e cronologico di interesse dantesco, si può presumere abbiano mediato la ricezione della stessa Conso- latio da parte del poeta fiorentino. L’articolo si prefigge due obiettivi: da un lato, sulla scorta di recenti acquisizioni storico-metodologiche intorno alla tradizione manoscritta del libro di Boezio in Italia, tentare di delimitare i requisiti culturali dell’ipotetico esem- plare della Consolatio fruito dall’Alighieri all’inizio del proprio cursus intellettuale, con riguardo per quelle tipologie librarie di cui sia documentabile l’accessibilità a Firenze sin dal tempo della Vita nova; dall’altro, vagliare l’impatto testuale che l’intervento dei commenti può aver agito sull’appropriazione poetica e filosofica della Consolatio da parte di Dante.

(2018). "Alcibiades quedam meretrix". Dante lettore di Boezio e i commenti alla 'Consolatio philosophiae' [journal article - articolo]. In L'ALIGHIERI. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/240818

"Alcibiades quedam meretrix". Dante lettore di Boezio e i commenti alla 'Consolatio philosophiae'

Lombardo, Luca
2018-01-01

Abstract

While Boethius’ Consolation of Philosophy is widely recognized as having been fun- damental to Dante’s intellectual education, as testified in a well-known passage of the Convivio ( II .xii, 2); and notwithstanding the recent studies that have investigated the in- tertextual results of Dante’s encounter with the Consolation; it remains to be seen how this encounter may have been mediated by the vast tradition of glosses to the Late Ancient prosimetrum, given that the glosses enjoyed a wide diffusion within a geographical and chronological perimeter of pertinence to the Florentine poet. The article has two objec- tives: first, on the basis of recent historical-methodological acquisitions on the manuscript tradition of Boethius’ book in Italy, to cautiously define the cultural requisites for the hypothetical codex of Boethius read by Dante at the outset of his intellectual cursus, with regard to those types of books whose accessibility in Florence at the time of Vita Nova has been documented; second, to weigh what textual influence the glosses’ intervention may have had on Dante’s poetic and philosophical use of the Consolation.
articolo
2018
Essendo risaputo l’apporto basilare che la Consolatio philosophiae di Boezio ha for- nito alla costituzione del paradigma intellettuale di Dante, come è testimoniato da un noto passo del Convivio ( II .xii, 2), a fronte dei recenti studi che hanno indagato gli esiti intertestuali di questo incontro dantesco col libro di Boezio, un ambito di ricerca che an- cora sembra bisognoso di approfondimenti concerne la monumentale tradizione di glosse al prosimetro tardoantico, che, essendo diffuse in un perimetro geografico e cronologico di interesse dantesco, si può presumere abbiano mediato la ricezione della stessa Conso- latio da parte del poeta fiorentino. L’articolo si prefigge due obiettivi: da un lato, sulla scorta di recenti acquisizioni storico-metodologiche intorno alla tradizione manoscritta del libro di Boezio in Italia, tentare di delimitare i requisiti culturali dell’ipotetico esem- plare della Consolatio fruito dall’Alighieri all’inizio del proprio cursus intellettuale, con riguardo per quelle tipologie librarie di cui sia documentabile l’accessibilità a Firenze sin dal tempo della Vita nova; dall’altro, vagliare l’impatto testuale che l’intervento dei commenti può aver agito sull’appropriazione poetica e filosofica della Consolatio da parte di Dante.
Lombardo, Luca
(2018). "Alcibiades quedam meretrix". Dante lettore di Boezio e i commenti alla 'Consolatio philosophiae' [journal article - articolo]. In L'ALIGHIERI. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/240818
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