Le periferie dell’inferno. Su L’Arialda di Giovanni Testori

L’autore propone una lettura antropologica dell’Arialda di Testori, evidenziando come la rappresentazione dei luoghi deturpati dallo sviluppo economico, qui studiati attraverso la categoria foucaultiana dell’eterotopia, richiamino l’immagine dell’inferno. L’affermazione della violenza nelle dinamiche scatenate dalla disperata ricerca del benessere da parte dei personaggi, rappresentanti di un sottoproletariato urbano, è studiata attraverso le teorie di René Girard sul desiderio mimetico rivalitario e sul capro espiatorio. Anche le relazioni sociali configurano una realtà infernale, che può essere esorcizzata solo dal sacrificio di due personaggi, individuati come capri espiatori. L’autore evidenzia come la mancanza della storia nel testo, e di qualsiasi progetto di riscatto, è tesa a demistificare il mito del benessere e l’idea di progresso.