Author of “thing poems”, Rilke had been esteemed by Heidegger since the 1920s, as he was quoted in order to exemplify a phenomenological seeing that can make the Being of beings to appear. However, it is particularly in the 1940s that the tinker examines in depth Rilke’s works and situates them in a “border zone”. For Heidegger, on the one hand Rilke poetically describes the essence of the reflexion proper to modern subject and interprets the Being of beings – the Nature – as will. He thus moves within the completion of metaphysics, in which Nietzsche’s philosophy places itself. On the other hand, Rilke already points to an “other” beginning of the history of Being, insofar he claims that the task of poets in the age of technology is remembering in the interior of consciousness the true image of things. Understanding that “Song is existence”, Rilke finally grasps the poetic nature of language, in which world unfolds as “fourfold” of sky, earth, divinities and mortals.

“Poeta delle cose”, Rilke è apprezzato da Heidegger sin dagli anni Venti, quando è citato come esempio di un vedere fenomenologico capace di portare a manifestazione l’essere dell’ente. È però soprattutto negli anni Quaranta che il pensatore si confronta con il poeta e gli attribuisce una “posizione di confine”. Secondo Heidegger Rilke da una parte descrive poeticamente l’essenza della riflessione propria del soggetto moderno e intende l’essere dell’ente – la Natura – come volontà, muovendosi pertanto nell’ambito della metafisica compiuta in cui si colloca la filosofia di Nietzsche. Dall’altra egli rinvia già a un “altro” inizio della storia dell’essere, poiché sostiene che il compito del poeta nell’epoca della tecnica consiste nell’interiorizzazione rammemorativa (Er-innerung) della vera immagine (Bild) delle cose. Comprendendo che “canto è l’esserci” Rilke coglie infine l’essenza poetica del linguaggio, in cui si dispiega il mondo come “quadrato” di cielo, terra, divini e mortali.

(2022). L’“immagine” delle cose nel tempo della “povertà”. Heidegger lettore di Rilke [journal article - articolo]. In PARADOSSO. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/244790

L’“immagine” delle cose nel tempo della “povertà”. Heidegger lettore di Rilke

Marafioti, Rosa Maria
2022-01-01

Abstract

Author of “thing poems”, Rilke had been esteemed by Heidegger since the 1920s, as he was quoted in order to exemplify a phenomenological seeing that can make the Being of beings to appear. However, it is particularly in the 1940s that the tinker examines in depth Rilke’s works and situates them in a “border zone”. For Heidegger, on the one hand Rilke poetically describes the essence of the reflexion proper to modern subject and interprets the Being of beings – the Nature – as will. He thus moves within the completion of metaphysics, in which Nietzsche’s philosophy places itself. On the other hand, Rilke already points to an “other” beginning of the history of Being, insofar he claims that the task of poets in the age of technology is remembering in the interior of consciousness the true image of things. Understanding that “Song is existence”, Rilke finally grasps the poetic nature of language, in which world unfolds as “fourfold” of sky, earth, divinities and mortals.
articolo
2022
“Poeta delle cose”, Rilke è apprezzato da Heidegger sin dagli anni Venti, quando è citato come esempio di un vedere fenomenologico capace di portare a manifestazione l’essere dell’ente. È però soprattutto negli anni Quaranta che il pensatore si confronta con il poeta e gli attribuisce una “posizione di confine”. Secondo Heidegger Rilke da una parte descrive poeticamente l’essenza della riflessione propria del soggetto moderno e intende l’essere dell’ente – la Natura – come volontà, muovendosi pertanto nell’ambito della metafisica compiuta in cui si colloca la filosofia di Nietzsche. Dall’altra egli rinvia già a un “altro” inizio della storia dell’essere, poiché sostiene che il compito del poeta nell’epoca della tecnica consiste nell’interiorizzazione rammemorativa (Er-innerung) della vera immagine (Bild) delle cose. Comprendendo che “canto è l’esserci” Rilke coglie infine l’essenza poetica del linguaggio, in cui si dispiega il mondo come “quadrato” di cielo, terra, divini e mortali.
Marafioti, Rosa Maria
(2022). L’“immagine” delle cose nel tempo della “povertà”. Heidegger lettore di Rilke [journal article - articolo]. In PARADOSSO. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/244790
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