L’articolo affronta il tema della giurisdizione sull’illecito amministrativo dipendente da reato con particolare attenzione all’ipotesi di colpa organizzativa dell’ente straniero, analizzando le criticità delle teorie dottrinali e giurisprudenziali proposte sino ad ora sull’argomento e giungendo alla formulazione di una differente teoria formalista, illuminata dai lavori preparatori e maggiormente ancorata al dato legislativo, nel tentativo di offrire una lettura ordinata dei criteri e dei limiti alla giurisdizione punitiva, più coerente sotto il profilo sistematico ed orientata al rispetto dei principi costituzionali applicabili alla materia della responsabilità da reato degli enti. Dal punto di vista metodologico, l’analisi premette uno studio sui limiti positivi e negativi alla giurisdizione punitiva, deducibili dal diritto internazionale, che giunge alla neutralizzazione degli argomenti che vorrebbero esclusi gli enti stranieri dall’ambito di applicazione del d.lgs. 231 del 2001. Di seguito, l’articolo si sofferma sull’analisi normativa per confutare le costruzioni dogmatiche di eterointegrazione e di matrice analogica e per escludere gli articoli del decreto che non affrontano il tema della giurisdizione, all’infuori dell’art. 4 in cui, invece, vanno individuati i quattro differenti criteri di giurisdizione (due positivi e due negativi) in relazione all’illecito commesso in Italia o all’estero, da parte dell’ente italiano o straniero, che regolano l’intera materia. Da ultimo, lo studio si sofferma sulla maggiore coerenza della tesi proposta in chiave sistematica e costituzionale, offrendo una collocazione dommatica del reato all’interno dei criteri di giurisdizione, quale elemento di specialità che declina e non radica la giurisdizione punitiva.
(2023). La responsabilità da reato degli enti: criteri e limiti della giurisdizione punitiva [journal article - articolo]. In ARCHIVIO PENALE. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/245151
La responsabilità da reato degli enti: criteri e limiti della giurisdizione punitiva
Scollo, Luigi
2023-01-01
Abstract
L’articolo affronta il tema della giurisdizione sull’illecito amministrativo dipendente da reato con particolare attenzione all’ipotesi di colpa organizzativa dell’ente straniero, analizzando le criticità delle teorie dottrinali e giurisprudenziali proposte sino ad ora sull’argomento e giungendo alla formulazione di una differente teoria formalista, illuminata dai lavori preparatori e maggiormente ancorata al dato legislativo, nel tentativo di offrire una lettura ordinata dei criteri e dei limiti alla giurisdizione punitiva, più coerente sotto il profilo sistematico ed orientata al rispetto dei principi costituzionali applicabili alla materia della responsabilità da reato degli enti. Dal punto di vista metodologico, l’analisi premette uno studio sui limiti positivi e negativi alla giurisdizione punitiva, deducibili dal diritto internazionale, che giunge alla neutralizzazione degli argomenti che vorrebbero esclusi gli enti stranieri dall’ambito di applicazione del d.lgs. 231 del 2001. Di seguito, l’articolo si sofferma sull’analisi normativa per confutare le costruzioni dogmatiche di eterointegrazione e di matrice analogica e per escludere gli articoli del decreto che non affrontano il tema della giurisdizione, all’infuori dell’art. 4 in cui, invece, vanno individuati i quattro differenti criteri di giurisdizione (due positivi e due negativi) in relazione all’illecito commesso in Italia o all’estero, da parte dell’ente italiano o straniero, che regolano l’intera materia. Da ultimo, lo studio si sofferma sulla maggiore coerenza della tesi proposta in chiave sistematica e costituzionale, offrendo una collocazione dommatica del reato all’interno dei criteri di giurisdizione, quale elemento di specialità che declina e non radica la giurisdizione punitiva.File | Dimensione del file | Formato | |
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