Tra sogno e visione. Senilità come romanzo dell’artista

This essay offers an interpretation of Senilità (1898), Italo Svevo’s second novel, in terms of Künstlerroman, a genre that has a long tradition in the European novel, but in Italy emerged just at the end of the nineteenth century, thanks to the representations of the artist given by the Scapigliatura and the novels of Verga and D’Annunzio. Through the tools of sociology of art and the contributions of Svevo’s most acute critics, this paper intends to reconsider the characters of Emilio Brentani and Stefano Balli, especially identifying in the latter’s trajectory the elaboration of a theme that will be central to Svevo’s later production, namely the expression of an unreconciled relationship between reality and representation.

Questo saggio propone una lettura di Senilità (1898), secondo romanzo di Italo Svevo, nei termini del Künstlerroman, un genere che ha una lunga tradizione nel romanzo europeo e che in Italia si manifesta proprio alla fine dell’Ottocento, grazie alle rappresentazioni che dell’artista danno le narrazioni scapigliate e i romanzi di Verga e D’Annunzio. Attraverso gli strumenti della sociologia dell’arte e i contributi della critica sveviana più avvertita, questo contributo intende riconsiderare i personaggi di Emilio Brentani e di Stefano Balli, individuando in particolare nella parabola di quest’ultimo l’elaborazione da parte di Svevo di un tema che sarà centrale nella sua produzione più tarda, ovvero l’espressione di un rapporto non conciliato tra realtà e rappresentazione.