Il racconto della Storia è da sempre, in Italia, terreno privilegiato per la rappresentazione del potere. Nel XXI secolo si sono delineate due diverse modalità di narrazione. Da un lato, una produzione che rinnova la forma del romanzo storico postmoderno: le opere di Luther Blissett-Wu Ming o di Antonio Scurati presentano trame complesse ma armoniosamente concluse, che spesso prendono la forma di un complotto orientato a sabotare la capacità di agency dei protagonisti. Così facendo danno una risposta confortante alla domanda di senso di un lettore che avverte l’alienazione dalla storia e dalla realtà. Dall'altro lato, una linea che assume la dimensione di metafinzionalità (Hutcheon) come centrale per un'interrogazione della storia attraverso forme ibride di narrazione e che ha come esponenti Filippo Tuena, Helena Janeczek e Davide Orecchio. Le opere di quest’ultimo, in particolare, all’incrocio tra biofiction, ucronia e fantascienza, mostrano un’originale capacità di contronarrazione e di contestazione della vulgata storica attraverso una scrittura che, pur non rinunciando a un forte impulso alla verità, ammette statutariamente la propria parzialità e problematizza il legame tra storie individuali e "destini generali".
(2023). Contronarrazioni e contropoteri: il racconto della storia nelle ucronie di Davide Orecchio . Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/249149
Contronarrazioni e contropoteri: il racconto della storia nelle ucronie di Davide Orecchio
Raccis, Giacomo
2023-01-01
Abstract
Il racconto della Storia è da sempre, in Italia, terreno privilegiato per la rappresentazione del potere. Nel XXI secolo si sono delineate due diverse modalità di narrazione. Da un lato, una produzione che rinnova la forma del romanzo storico postmoderno: le opere di Luther Blissett-Wu Ming o di Antonio Scurati presentano trame complesse ma armoniosamente concluse, che spesso prendono la forma di un complotto orientato a sabotare la capacità di agency dei protagonisti. Così facendo danno una risposta confortante alla domanda di senso di un lettore che avverte l’alienazione dalla storia e dalla realtà. Dall'altro lato, una linea che assume la dimensione di metafinzionalità (Hutcheon) come centrale per un'interrogazione della storia attraverso forme ibride di narrazione e che ha come esponenti Filippo Tuena, Helena Janeczek e Davide Orecchio. Le opere di quest’ultimo, in particolare, all’incrocio tra biofiction, ucronia e fantascienza, mostrano un’originale capacità di contronarrazione e di contestazione della vulgata storica attraverso una scrittura che, pur non rinunciando a un forte impulso alla verità, ammette statutariamente la propria parzialità e problematizza il legame tra storie individuali e "destini generali".File | Dimensione del file | Formato | |
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