This editorial posits the signifi cance of the idea and of the practice of translation in Gianni Celati’s works and poetics, and contends the need for novel reading of his oeuvre moving from this assumption. After introducing the state of the arts on Celati and translation, and explaining the scope of the volume, the essay positions Celati’s notion of translation in line with the “cultural turn” in Translation Studies, and in dialogue with current translation theories. We contend that Celati understands translation as a vital means of cultural transmission, occurring through an ongoing dialogue with a text and with the linguistic traditions to which it belongs. This dialogue takes the form of “a continuum of practices” which can potentially produce unexpected ricochet effects on the original text and its culture. For Celati this emerges in the primacy that he affords the sound, voice and rhythm, and in his effort to establish a resonance with the original text, and in rewriting translation as a “parlamento”, a concert of voices, and as an ongoing, perfectible, affective practice.

Questo editoriale pone l’accento sull’idea e la pratica traduttive nell’opera e nella poetica di Gianni Celati, sostenendo la necessità di una rilettura della sua produzione a partire da tale presupposto. Dopo un'introduzione sullo stato dell’arte su Celati e la traduzione e dopo aver spiegato ciò che ha mosso l’iniziativa di questo numero monografico, il saggio colloca l’idea celatiana di traduzione in linea con il cultural turn negli studi sull’argomento e in dialogo con le attuali teorie sulla traduzione. Sosteniamo che per Celati la traduzione è un mezzo vitale di trasmissione culturale, attraverso un dialogo continuo con il testo e le tradizioni linguistiche a cui appartiene. Questo dialogo prende la forma di “un continuum di pratiche”, che possono potenzialmente produrre un effetto ricochet inaspettato sul testo originale e sulla sua cultura di provenienza. Tutto questo in Celati emerge nel primato che egli accorda al suono, alla voce e al ritmo; nello sforzo di stabilire una risonanza con il testo di partenza; e nel considerare la traduzione come un “parlamento”, pratica affettiva continua e perfettibile.

(2023). Gianni Celati e l'arte della traduzione [editorial - editoriale]. In ELEPHANT & CASTLE. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/250669

Gianni Celati e l'arte della traduzione

Belpoliti, Marco;Gimmelli, Gabriele;
2023-01-01

Abstract

This editorial posits the signifi cance of the idea and of the practice of translation in Gianni Celati’s works and poetics, and contends the need for novel reading of his oeuvre moving from this assumption. After introducing the state of the arts on Celati and translation, and explaining the scope of the volume, the essay positions Celati’s notion of translation in line with the “cultural turn” in Translation Studies, and in dialogue with current translation theories. We contend that Celati understands translation as a vital means of cultural transmission, occurring through an ongoing dialogue with a text and with the linguistic traditions to which it belongs. This dialogue takes the form of “a continuum of practices” which can potentially produce unexpected ricochet effects on the original text and its culture. For Celati this emerges in the primacy that he affords the sound, voice and rhythm, and in his effort to establish a resonance with the original text, and in rewriting translation as a “parlamento”, a concert of voices, and as an ongoing, perfectible, affective practice.
editoriale
2023
Questo editoriale pone l’accento sull’idea e la pratica traduttive nell’opera e nella poetica di Gianni Celati, sostenendo la necessità di una rilettura della sua produzione a partire da tale presupposto. Dopo un'introduzione sullo stato dell’arte su Celati e la traduzione e dopo aver spiegato ciò che ha mosso l’iniziativa di questo numero monografico, il saggio colloca l’idea celatiana di traduzione in linea con il cultural turn negli studi sull’argomento e in dialogo con le attuali teorie sulla traduzione. Sosteniamo che per Celati la traduzione è un mezzo vitale di trasmissione culturale, attraverso un dialogo continuo con il testo e le tradizioni linguistiche a cui appartiene. Questo dialogo prende la forma di “un continuum di pratiche”, che possono potenzialmente produrre un effetto ricochet inaspettato sul testo originale e sulla sua cultura di provenienza. Tutto questo in Celati emerge nel primato che egli accorda al suono, alla voce e al ritmo; nello sforzo di stabilire una risonanza con il testo di partenza; e nel considerare la traduzione come un “parlamento”, pratica affettiva continua e perfettibile.
Belpoliti, Marco; Gimmelli, Gabriele; Spunta, Marina
(2023). Gianni Celati e l'arte della traduzione [editorial - editoriale]. In ELEPHANT & CASTLE. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/250669
File allegato/i alla scheda:
File Dimensione del file Formato  
Editoriale.pdf

accesso aperto

Versione: publisher's version - versione editoriale
Licenza: Creative commons
Dimensione del file 263.63 kB
Formato Adobe PDF
263.63 kB Adobe PDF Visualizza/Apri
Pubblicazioni consigliate

Aisberg ©2008 Servizi bibliotecari, Università degli studi di Bergamo | Terms of use/Condizioni di utilizzo

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10446/250669
Citazioni
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact