L’introduzione nell’ordinamento italiano della responsabilità da reato delle persone giuridiche (d.lgs. 8 giugno 2001, n. 231), in ossequio anche ad obblighi sovranazionali, ha rappresentato una svolta epocale, sia dal punto di vista del diritto sostanziale, sia dall’angolo visuale del processualpenalista, sia nella prospettiva dell’organizzazione aziendale. Sotto il primo profilo, il superamento del principio societas delinquere non potest – valorizzandosi la colpa d’organizzazione dell’ente collettivo – ha segnato una svolta modernizzatrice dei paradigmi del diritto penale classico. Al contempo, la costante espansione del catalogo dei reati presupposto richiede, fra l’altro, un coordinamento con la disciplina dei numerosi settori speciali intersecati dal decreto: dal diritto bancario, finanziario e assicurativo, all’ambiente, alla sicurezza sul lavoro, alla prevenzione amministrativistica dei fenomeni corruttivi, fino alle misure di prevenzione patrimoniali. In questo quadro, il proprium dell’Opera è dato dall’approccio multidisciplinare ed integrato alla disciplina della responsabilità da reato delle persone giuridiche. Il che è evidente già dalle diverse competenze dei sei Curatori, afferenti alle diverse branche del diritto penale sostanziale, del diritto processuale penale, del diritto commerciale e dell’economia aziendale. Si offre così uno sguardo di sintesi della materia, che all’approccio dogmatico coniuga l’attenzione per i profili applicativi e per il diritto vivente. In quest’ottica, l’Opera muove dal commento del d.lgs. n. 231/2001 (Parte I), nei suoi risvolti sostanziali, processuali e societario-aziendalistici. In linea con l’approccio multidisciplinare del lavoro, per talune disposizioni cruciali si è predisposto un doppio commento, distinguendo tra profili penalistici (o processualpenalistici) e profili societari. La disciplina è integrata da una capillare analisi delle disposizioni attuative, nonché delle disposizioni regolamentari relative al procedimento a carico dell’ente (D.M. 26 giugno 2003, n. 201). Le successive Parti danno invece conto delle discipline complementari che incidono o si intersecano con la responsabilità da reato dell’ente, sotto il profilo sostanziale o processuale. Si pensi alla disciplina bancaria, assicurativa e finanziaria (Parte III), quest’ultima esaminata anche sotto l’angolo visuale del divieto di bis in idem; alla responsabilità dell’ente in caso di reati transnazionali (Parte IV); alla disciplina ambientale e di sicurezza sul lavoro (Parti V-VI); all’anticorruzione e alla tutela del whistleblower (Parti VII-VIII). Particolare attenzione è dedicata alle misure di prevenzione (Parte IX), sotto una duplice prospettiva. Da un lato, si analizzano infatti le interrelazioni tra procedimento di prevenzione e procedimento penale, anche ove finalizzato all’accertamento della responsabilità da reato dell’ente: in quest’ambito, specifica attenzione è dedicata ai rapporti tra misure di prevenzione patrimoniali e sequestri o confische “231”. Dall’altro lato, si dà conto dei nuovi strumenti di incidenza sulla vita aziendale approntati dal d.lgs. n. 159/2011, quali l’amministrazione giudiziaria dei beni connessi ad attività economiche (art. 34) e il controllo giudiziario (art. 34 bis). Le ultime Parti dell’Opera offrono un ampio quadro delle procedure investigative in materia di responsabilità dell’ente. A questo proposito, in un’ottica fortemente innovativa, si presta attenzione non solo alla prospettiva dell’inquirente pubblico (Parte X), ma anche alle investigazioni interne (Parte XI), di cruciale rilievo in specie per le realtà aziendali di grandi dimensioni, in quanto volte a far emergere fatti potenzialmente forieri di responsabilità o di danno all’immagine. transnazionali (Parte IV); alla disciplina ambientale e di sicurezza sul lavoro (Parti V-VI); all’anticorruzione e alla tutela del whistleblower (Parti VII-VIII).

(2019). Art. 20 D.Lgs 231/2001. Reiterazione degli illeciti . Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/255049

Art. 20 D.Lgs 231/2001. Reiterazione degli illeciti

Stea, Gaetano
2019-01-01

Abstract

L’introduzione nell’ordinamento italiano della responsabilità da reato delle persone giuridiche (d.lgs. 8 giugno 2001, n. 231), in ossequio anche ad obblighi sovranazionali, ha rappresentato una svolta epocale, sia dal punto di vista del diritto sostanziale, sia dall’angolo visuale del processualpenalista, sia nella prospettiva dell’organizzazione aziendale. Sotto il primo profilo, il superamento del principio societas delinquere non potest – valorizzandosi la colpa d’organizzazione dell’ente collettivo – ha segnato una svolta modernizzatrice dei paradigmi del diritto penale classico. Al contempo, la costante espansione del catalogo dei reati presupposto richiede, fra l’altro, un coordinamento con la disciplina dei numerosi settori speciali intersecati dal decreto: dal diritto bancario, finanziario e assicurativo, all’ambiente, alla sicurezza sul lavoro, alla prevenzione amministrativistica dei fenomeni corruttivi, fino alle misure di prevenzione patrimoniali. In questo quadro, il proprium dell’Opera è dato dall’approccio multidisciplinare ed integrato alla disciplina della responsabilità da reato delle persone giuridiche. Il che è evidente già dalle diverse competenze dei sei Curatori, afferenti alle diverse branche del diritto penale sostanziale, del diritto processuale penale, del diritto commerciale e dell’economia aziendale. Si offre così uno sguardo di sintesi della materia, che all’approccio dogmatico coniuga l’attenzione per i profili applicativi e per il diritto vivente. In quest’ottica, l’Opera muove dal commento del d.lgs. n. 231/2001 (Parte I), nei suoi risvolti sostanziali, processuali e societario-aziendalistici. In linea con l’approccio multidisciplinare del lavoro, per talune disposizioni cruciali si è predisposto un doppio commento, distinguendo tra profili penalistici (o processualpenalistici) e profili societari. La disciplina è integrata da una capillare analisi delle disposizioni attuative, nonché delle disposizioni regolamentari relative al procedimento a carico dell’ente (D.M. 26 giugno 2003, n. 201). Le successive Parti danno invece conto delle discipline complementari che incidono o si intersecano con la responsabilità da reato dell’ente, sotto il profilo sostanziale o processuale. Si pensi alla disciplina bancaria, assicurativa e finanziaria (Parte III), quest’ultima esaminata anche sotto l’angolo visuale del divieto di bis in idem; alla responsabilità dell’ente in caso di reati transnazionali (Parte IV); alla disciplina ambientale e di sicurezza sul lavoro (Parti V-VI); all’anticorruzione e alla tutela del whistleblower (Parti VII-VIII). Particolare attenzione è dedicata alle misure di prevenzione (Parte IX), sotto una duplice prospettiva. Da un lato, si analizzano infatti le interrelazioni tra procedimento di prevenzione e procedimento penale, anche ove finalizzato all’accertamento della responsabilità da reato dell’ente: in quest’ambito, specifica attenzione è dedicata ai rapporti tra misure di prevenzione patrimoniali e sequestri o confische “231”. Dall’altro lato, si dà conto dei nuovi strumenti di incidenza sulla vita aziendale approntati dal d.lgs. n. 159/2011, quali l’amministrazione giudiziaria dei beni connessi ad attività economiche (art. 34) e il controllo giudiziario (art. 34 bis). Le ultime Parti dell’Opera offrono un ampio quadro delle procedure investigative in materia di responsabilità dell’ente. A questo proposito, in un’ottica fortemente innovativa, si presta attenzione non solo alla prospettiva dell’inquirente pubblico (Parte X), ma anche alle investigazioni interne (Parte XI), di cruciale rilievo in specie per le realtà aziendali di grandi dimensioni, in quanto volte a far emergere fatti potenzialmente forieri di responsabilità o di danno all’immagine. transnazionali (Parte IV); alla disciplina ambientale e di sicurezza sul lavoro (Parti V-VI); all’anticorruzione e alla tutela del whistleblower (Parti VII-VIII).
2019
Stea, Gaetano
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