The European experience shows the difficulty of placing, in the theory of the crime, a third form of guilt, between the intent and the guilt as a criterion of subjective imputation of the fact to its author. One difficulty which results in the need to respect the fundamental canon of proportion, between the criminal fact and punishment, or rather between social offense subsequent to criminal behavior and the response to the same. A reaction which needs to be balanced, in turn, between the collective prevention and the individual reeducation. The choice of the Italian Supreme Court has been to describe the marginal area of intent, where to place the controversial figure of the "indirect intent", assigning it a more voluntary nature. Not without theoretical contradictions or difficulty in implementation.

L'esperienza europea evidenzia la difficoltà di collocare nella teoria del reato una terza forma di colpevolezza tra dolo e colpa come criterio di imputazione soggettiva del fatto al suo autore. Una difficoltà che si traduce nell'esigenza di rispettare il fondamentale canone di proporzione tra fatto di reato e pena o, meglio, tra l'offesa sociale conseguente al comportamento criminale e la risposta dell'ordinamento alla stessa da bilanciare, a sua volta, tra prevenzione/retribuzione collettiva e rieducazione individuale. La scelta della Suprema Corte italiana è stata quella di descrivere l'area marginale dell'intensità del dolo ove collocare la controversa figura del «dolo eventuale», a cui ha attribuito un più significativo carattere volontaristico. Non senza contraddizioni teoretiche o difficoltà prasseologiche.

(2015). La definizione del «dolo eventuale» tra comparazione europea e giurisprudenza italiana [journal article - articolo]. In ILLYRIUS. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/255391

La definizione del «dolo eventuale» tra comparazione europea e giurisprudenza italiana

Stea, Gaetano
2015-01-01

Abstract

The European experience shows the difficulty of placing, in the theory of the crime, a third form of guilt, between the intent and the guilt as a criterion of subjective imputation of the fact to its author. One difficulty which results in the need to respect the fundamental canon of proportion, between the criminal fact and punishment, or rather between social offense subsequent to criminal behavior and the response to the same. A reaction which needs to be balanced, in turn, between the collective prevention and the individual reeducation. The choice of the Italian Supreme Court has been to describe the marginal area of intent, where to place the controversial figure of the "indirect intent", assigning it a more voluntary nature. Not without theoretical contradictions or difficulty in implementation.
articolo
2015
L'esperienza europea evidenzia la difficoltà di collocare nella teoria del reato una terza forma di colpevolezza tra dolo e colpa come criterio di imputazione soggettiva del fatto al suo autore. Una difficoltà che si traduce nell'esigenza di rispettare il fondamentale canone di proporzione tra fatto di reato e pena o, meglio, tra l'offesa sociale conseguente al comportamento criminale e la risposta dell'ordinamento alla stessa da bilanciare, a sua volta, tra prevenzione/retribuzione collettiva e rieducazione individuale. La scelta della Suprema Corte italiana è stata quella di descrivere l'area marginale dell'intensità del dolo ove collocare la controversa figura del «dolo eventuale», a cui ha attribuito un più significativo carattere volontaristico. Non senza contraddizioni teoretiche o difficoltà prasseologiche.
Stea, Gaetano
(2015). La definizione del «dolo eventuale» tra comparazione europea e giurisprudenza italiana [journal article - articolo]. In ILLYRIUS. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/255391
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