The official statistics regarding sexual abuse on minors show that the crime perpetrator is mainly a male subject. In Italy, women commit roughly 1% of all sexual crimes and don’t reach the 2% of the sentences. The studies in literature identify as risk factors of sexual crime for the woman: the role of the mother, the young age, the low education level, a past characterized by sexual abuses and intra-family violence. More or less pronounced psychiatric disorders are widespread. They often tend to act with an accomplice and they don’t have a criminal career linked to sexual abuses; they are first offenders at the moment of their arrest. Victims are very small children from newborns to adolescents. The small amount of samples (often taken from subjects already in contact with clinical or social support facilities), the overestimated validity of self-report and interviews, the low number of studies that compare sex-offender and non-sex offender women and the impossibility of comparing the characteristics of emerged cases to those of submersed ones constitute de facto a significant limit that doesn’t allow for a complete and consistent picture of the phenomenon, though. Distorted data on the base of these premises would bring to conceive and support treatment programs based on fallacious elements, and would therefore be inevitably ineffective. Thus, the necessity of carrying out more researches emerges, in particular with regards to the analysis of deviation actions, in order to recognize in a methodologically apt way intention and self-regulation, responsibility and moral disengagement processes, and to apply principles and practices that are female-gender specific aiming to insure affective treatments and recoveries for both the perpetrators and the victims.

Le statistiche ufficiali relative all’abuso sui minori indicano che l’autore di reato è principalmente un soggetto di genere maschile. In Italia le donne commettono circa l’1% di tutti i reati sessuali e non raggiungono il 2% delle condanne. Gli studi presenti in letteratura individuano tra i fattori di rischio di reato sessuale per la donna: il ruolo di madre, la giovane età, un basso livello culturale, un passato caratterizzato da abusi sessuali e violenze intrafamiliari. Sono largamente diffusi disturbi psichiatrici più o meno gravi. Tendono spesso ad agire con un complice e non hanno una carriera criminale legata agli abusi sessuali, arrivando spesso all’arresto incensurate. Le vittime sono bambini molto piccoli a partire dai neonati fino agli adolescenti. Tuttavia, gli esigui campioni (spesso tratti da soggetti già in contatto con strutture cliniche o di supporto sociale), la sovrastimata validità di self-report e interviste, il basso numero di studi che mettono a confronto donne sex offender e donne non sex offender e l’impossibilità di confrontare le caratteristiche dei casi emersi con quelle dei casi sommersi costituiscono di fatto un limite significativo che non permette di offrire un quadro completo e coerente del fenomeno. Dati falsati sulla base di tali premesse porterebbero a concepire e sostenere programmi di trattamento basati su elementi fallaci, e quindi inevitabilmente inefficaci. Emerge quindi la necessità di svolgere maggiori ricerche, in particolare rispetto all’analisi dell’azione deviante, che colgano in modo metodologicamente adeguato intenzione e autoregolazione, responsabilità e disimpegno morale, così come l’importanza di applicare principi e pratiche specifiche per il genere femminile nel tentativo di assicurare trattamenti e recuperi efficaci sia per le autrici che per le vittime.

Donne autrici di abuso sessuale: una rassegna critica della letteratura

CASO, Letizia;
2011-01-01

Abstract

The official statistics regarding sexual abuse on minors show that the crime perpetrator is mainly a male subject. In Italy, women commit roughly 1% of all sexual crimes and don’t reach the 2% of the sentences. The studies in literature identify as risk factors of sexual crime for the woman: the role of the mother, the young age, the low education level, a past characterized by sexual abuses and intra-family violence. More or less pronounced psychiatric disorders are widespread. They often tend to act with an accomplice and they don’t have a criminal career linked to sexual abuses; they are first offenders at the moment of their arrest. Victims are very small children from newborns to adolescents. The small amount of samples (often taken from subjects already in contact with clinical or social support facilities), the overestimated validity of self-report and interviews, the low number of studies that compare sex-offender and non-sex offender women and the impossibility of comparing the characteristics of emerged cases to those of submersed ones constitute de facto a significant limit that doesn’t allow for a complete and consistent picture of the phenomenon, though. Distorted data on the base of these premises would bring to conceive and support treatment programs based on fallacious elements, and would therefore be inevitably ineffective. Thus, the necessity of carrying out more researches emerges, in particular with regards to the analysis of deviation actions, in order to recognize in a methodologically apt way intention and self-regulation, responsibility and moral disengagement processes, and to apply principles and practices that are female-gender specific aiming to insure affective treatments and recoveries for both the perpetrators and the victims.
journal article - articolo
2011
Le statistiche ufficiali relative all’abuso sui minori indicano che l’autore di reato è principalmente un soggetto di genere maschile. In Italia le donne commettono circa l’1% di tutti i reati sessuali e non raggiungono il 2% delle condanne. Gli studi presenti in letteratura individuano tra i fattori di rischio di reato sessuale per la donna: il ruolo di madre, la giovane età, un basso livello culturale, un passato caratterizzato da abusi sessuali e violenze intrafamiliari. Sono largamente diffusi disturbi psichiatrici più o meno gravi. Tendono spesso ad agire con un complice e non hanno una carriera criminale legata agli abusi sessuali, arrivando spesso all’arresto incensurate. Le vittime sono bambini molto piccoli a partire dai neonati fino agli adolescenti. Tuttavia, gli esigui campioni (spesso tratti da soggetti già in contatto con strutture cliniche o di supporto sociale), la sovrastimata validità di self-report e interviste, il basso numero di studi che mettono a confronto donne sex offender e donne non sex offender e l’impossibilità di confrontare le caratteristiche dei casi emersi con quelle dei casi sommersi costituiscono di fatto un limite significativo che non permette di offrire un quadro completo e coerente del fenomeno. Dati falsati sulla base di tali premesse porterebbero a concepire e sostenere programmi di trattamento basati su elementi fallaci, e quindi inevitabilmente inefficaci. Emerge quindi la necessità di svolgere maggiori ricerche, in particolare rispetto all’analisi dell’azione deviante, che colgano in modo metodologicamente adeguato intenzione e autoregolazione, responsabilità e disimpegno morale, così come l’importanza di applicare principi e pratiche specifiche per il genere femminile nel tentativo di assicurare trattamenti e recuperi efficaci sia per le autrici che per le vittime.
Caso, Letizia; Da Ros, Tania; Matano, Consuelo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10446/25631
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