La principale convinzione pedagogica su cui si fonda il saggio è ciò che la modernità intende per educazione, e cioè un processo formativo attraverso il quale gli adulti mettono i giovani in grado di partecipare con consapevolezza e responsabilità alla vita della famiglia, della scuola, dell’associazionismo (sportivo, di volontariato, ecc.), delle comunità, delle più ampie realtà territoriali ed extraterritoriali. Se il fine dell’educazione è, prioritariamente, l’educazione della persona, sostiene l’autrice, essa è anche a carattere sociale e proprio tale circostanza ha sollecitato e sollecita le varie dottrine educative a dare valore all’educazione che la persona riceve dalle azioni della famiglia, delle istituzioni (in primis la scuola), dell’ambiente, ecc. La persona è qui intesa non come funzione, bensì come principio (lògos), realizzazione più completa e culturalmente compatta e coerente dell’uomo, come presente nella nostra Costituzione (art. 3). Se il concetto di educazione non è inteso solo in termini di trasmissione culturale e/o di adattamento sociale e/o di manipolazione, ecco che la persona si afferma come fine dell’educazione stessa e si realizza nella promozione degli aspetti costitutivi di autocoscienza ed etici di ciascuno. Il saggio conclude che tale percorso rende la persona massimamente inscindibile dal cittadino: il binomio persona-cittadino diventa garanzia del miglioramento della qualità del bene dei singoli e delle comunità per il raggiungimento del bene comune, e della pace, rispondendo a quella che Jonas definisce priorità del dovere verso l’esistenza, ovvero verso le generazioni future, perché ci sia un’umanità.
Costituzione e cittadinanza: un orientamento per l’educazione e per la pace.
CANNAROZZO, Gregoria
2011-01-01
Abstract
La principale convinzione pedagogica su cui si fonda il saggio è ciò che la modernità intende per educazione, e cioè un processo formativo attraverso il quale gli adulti mettono i giovani in grado di partecipare con consapevolezza e responsabilità alla vita della famiglia, della scuola, dell’associazionismo (sportivo, di volontariato, ecc.), delle comunità, delle più ampie realtà territoriali ed extraterritoriali. Se il fine dell’educazione è, prioritariamente, l’educazione della persona, sostiene l’autrice, essa è anche a carattere sociale e proprio tale circostanza ha sollecitato e sollecita le varie dottrine educative a dare valore all’educazione che la persona riceve dalle azioni della famiglia, delle istituzioni (in primis la scuola), dell’ambiente, ecc. La persona è qui intesa non come funzione, bensì come principio (lògos), realizzazione più completa e culturalmente compatta e coerente dell’uomo, come presente nella nostra Costituzione (art. 3). Se il concetto di educazione non è inteso solo in termini di trasmissione culturale e/o di adattamento sociale e/o di manipolazione, ecco che la persona si afferma come fine dell’educazione stessa e si realizza nella promozione degli aspetti costitutivi di autocoscienza ed etici di ciascuno. Il saggio conclude che tale percorso rende la persona massimamente inscindibile dal cittadino: il binomio persona-cittadino diventa garanzia del miglioramento della qualità del bene dei singoli e delle comunità per il raggiungimento del bene comune, e della pace, rispondendo a quella che Jonas definisce priorità del dovere verso l’esistenza, ovvero verso le generazioni future, perché ci sia un’umanità.Pubblicazioni consigliate
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