Despite denounces and court judgments coming from NGOs, national and European bodies, nomads-camps are still at the center of the political and cultural debate about the discrimination Roma people suffer in Italy. Scholars highlighted that their identification as “nomads” is one of the cultural tool through which this policy template has been thought and implemented. This term carry along a deep history of stereotypes concerning the peculiar alterity of the Roma, depicted as a dangerous people whose criminal acts reveal their asociality, if not their inhumanity. But the same label is used to depict their cultural identity, a pe- culiar style of life with an exclusive set of competences and needs to be legally and politically acknowledged and protected. Therefore, we can say that nomads-camps are the political answer to the opposite but complementary claims for controlling and protecting the Roma. In this article we intend to proceed and deepen this approach scaling the analysis on the local level. Following the theoretical frame of the “anthro- pology of policy” (Shore and Wright), we will analyze “Nomads plans” issued by the Municipality of Rome from the Eighties highlighting the main features of the “secu- ritarian discourses”, and we will match it with the “safeguarding rhetorics” issued by NGOs aiming at “empowering” or “integrating” the Roma. Our aim is to understand how and why both of them depict the Roma as subjects deserving exclusive, and exclusionary, measures.

Nonostante siano oggetto da diversi anni di critiche da parte di organismi comuni- tari, istituzioni italiane e, più recentemente, di sentenze di tribunali e indagini della magistratura, i campi-nomadi rimangono ancora oggi l’elemento che definisce la condizione dei rom a Roma e che ne rappresenta in maniera evidente e drammatica la marginalità. A trent’anni dall’inaugurazione di questo modello di interventi, l’articolo si propone di ricostruire, assumendo la prospettiva dell’antropologia delle policies, la trama di soggetti e di pratiche che si muovono dentro e attorno ai campi-nomadi della Capita- le. In prima battuta si intende analizzare antropologicamente l’agire delle istituzioni, considerando quei programmi di intervento e piani di azione che hanno creato e mantenuto questo particolare dispositivo. Si produrrà quindi una ricostruzione sin- tetica delle politiche per i rom a Roma segnalando come questo scenario abbia in sostanza catalizzato non solo il dibattito politico, ma anche quello sull’identità e la cultura dei rom, producendo quindi una forma peculiare ed ormai consolidata di discriminazione che si basa sulla separazione fisica e simbolica dei rom. Di seguito, si prenderanno in considerazione le pratiche degli attori del terzo settore che si propongono come soggetti attivi nel campo della lotta alla discriminazione dei rom. Si considereranno innanzitutto quei soggetti che, in un’ottica di empowerment, hanno implementato progetti sociali finalizzati all’“integrazione” dei rom, esercitando quindi la loro azione nel quadro degli obiettivi e degli strumenti assegnati dall’amministra- zione locale. Accanto a questi si considereranno poi le pratiche di quegli attori che si muovono invece nella prospettiva dell’advocacy e della tutela dei diritti. L’ipotesi di riferimento è che, se il campo-nomadi rappresenta fisicamente e simbolicamente quella violenza simbolica dello stato che attribuisce identità ai gruppi umani, in ma- niera complementare anche le pratiche degli attori associativi rischiano di mettere all’opera tratti simili e coerenti, oppure opposti ma paradossalmente complementari a quelli utilizzati dalle amministrazioni per definire e governare la presenza dei rom in città, rafforzando quindi una dinamica che produce la separazione ed il silenzio dei rom.

(2016). Controllo, tutela, educazione. La discriminazione nelle pratiche discorsive sui campi-nomadi a Roma [journal article - articolo]. In VOCI. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/260826

Controllo, tutela, educazione. La discriminazione nelle pratiche discorsive sui campi-nomadi a Roma

Daniele, Ulderico
2016-01-01

Abstract

Despite denounces and court judgments coming from NGOs, national and European bodies, nomads-camps are still at the center of the political and cultural debate about the discrimination Roma people suffer in Italy. Scholars highlighted that their identification as “nomads” is one of the cultural tool through which this policy template has been thought and implemented. This term carry along a deep history of stereotypes concerning the peculiar alterity of the Roma, depicted as a dangerous people whose criminal acts reveal their asociality, if not their inhumanity. But the same label is used to depict their cultural identity, a pe- culiar style of life with an exclusive set of competences and needs to be legally and politically acknowledged and protected. Therefore, we can say that nomads-camps are the political answer to the opposite but complementary claims for controlling and protecting the Roma. In this article we intend to proceed and deepen this approach scaling the analysis on the local level. Following the theoretical frame of the “anthro- pology of policy” (Shore and Wright), we will analyze “Nomads plans” issued by the Municipality of Rome from the Eighties highlighting the main features of the “secu- ritarian discourses”, and we will match it with the “safeguarding rhetorics” issued by NGOs aiming at “empowering” or “integrating” the Roma. Our aim is to understand how and why both of them depict the Roma as subjects deserving exclusive, and exclusionary, measures.
articolo
2016
Nonostante siano oggetto da diversi anni di critiche da parte di organismi comuni- tari, istituzioni italiane e, più recentemente, di sentenze di tribunali e indagini della magistratura, i campi-nomadi rimangono ancora oggi l’elemento che definisce la condizione dei rom a Roma e che ne rappresenta in maniera evidente e drammatica la marginalità. A trent’anni dall’inaugurazione di questo modello di interventi, l’articolo si propone di ricostruire, assumendo la prospettiva dell’antropologia delle policies, la trama di soggetti e di pratiche che si muovono dentro e attorno ai campi-nomadi della Capita- le. In prima battuta si intende analizzare antropologicamente l’agire delle istituzioni, considerando quei programmi di intervento e piani di azione che hanno creato e mantenuto questo particolare dispositivo. Si produrrà quindi una ricostruzione sin- tetica delle politiche per i rom a Roma segnalando come questo scenario abbia in sostanza catalizzato non solo il dibattito politico, ma anche quello sull’identità e la cultura dei rom, producendo quindi una forma peculiare ed ormai consolidata di discriminazione che si basa sulla separazione fisica e simbolica dei rom. Di seguito, si prenderanno in considerazione le pratiche degli attori del terzo settore che si propongono come soggetti attivi nel campo della lotta alla discriminazione dei rom. Si considereranno innanzitutto quei soggetti che, in un’ottica di empowerment, hanno implementato progetti sociali finalizzati all’“integrazione” dei rom, esercitando quindi la loro azione nel quadro degli obiettivi e degli strumenti assegnati dall’amministra- zione locale. Accanto a questi si considereranno poi le pratiche di quegli attori che si muovono invece nella prospettiva dell’advocacy e della tutela dei diritti. L’ipotesi di riferimento è che, se il campo-nomadi rappresenta fisicamente e simbolicamente quella violenza simbolica dello stato che attribuisce identità ai gruppi umani, in ma- niera complementare anche le pratiche degli attori associativi rischiano di mettere all’opera tratti simili e coerenti, oppure opposti ma paradossalmente complementari a quelli utilizzati dalle amministrazioni per definire e governare la presenza dei rom in città, rafforzando quindi una dinamica che produce la separazione ed il silenzio dei rom.
Daniele, Ulderico
(2016). Controllo, tutela, educazione. La discriminazione nelle pratiche discorsive sui campi-nomadi a Roma [journal article - articolo]. In VOCI. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/260826
File allegato/i alla scheda:
File Dimensione del file Formato  
Daniele_Voci2016_REV.pdf

accesso aperto

Versione: publisher's version - versione editoriale
Licenza: Licenza default Aisberg
Dimensione del file 395.05 kB
Formato Adobe PDF
395.05 kB Adobe PDF Visualizza/Apri
Pubblicazioni consigliate

Aisberg ©2008 Servizi bibliotecari, Università degli studi di Bergamo | Terms of use/Condizioni di utilizzo

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10446/260826
Citazioni
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact