Variabili di screening per l’intervento psicologico con le coppie di fronte alla diagnosi di cancro

Uno tra gli avvenimenti più traumatici che una coppia nel corso della vita può trovarsi ad affrontare è la comparsa di una malattia oncologica. La diagnosi costringe a cercare nuovi equilibri relazionali e quando i partner da soli non riescono a trovare una nuova organizzazione funzionale possono essere accompagnati in questa ricerca da uno psicoterapeuta. Obiettivo della ricerca è indagare la presenza di indicatori che possano guidare lo screening delle coppie che più hanno bisogno di tale aiuto esterno. Utilizzando tre costrutti psicologici, il distress del paziente, il coping diadico ed il locus of control, abbiamo indagato come la coppia affronta la diagnosi oncologica e qual è il tipo di sostegno più efficace che può essere attuato; il campione è composto da 25 coppie con età compresa tra i 35 ed i 60 anni e con diagnosi di cancro ricevuta da 2/3 mesi. Gli strumenti utilizzati sono tre questionari self-report, il Psychological Distress Inventory (Morasso, 1996), il Dyadic Coping Inventory (Bodenmann, 1997) e la scala C del Multidimensional Health Locus of Control (Fasol, 1998). Dai risultati emerge che l’intervento psicologico risulta particolarmente indicato non tanto quando il distress individuale del paziente è elevato, ma quando ad esso si associa una difficoltà della coppia nel far fronte insieme alla malattia in quanto più spesso in questo caso prevale uno stile di attribuzione causale disfunzionale (interno o esterno riferito al caso) da parte del paziente. L’intervento psicologico pare quindi maggiormente consigliato quando la qualità del contesto relazionale del paziente non lo aiuta a far fronte al suo distress, indipendentemente dall’intensità che esso assume, e il suo obiettivo dovrebbe essere quello di attivare e potenziare il coping di coppia come uno dei più utili strumenti di cui i partner possono dotarsi per far fronte alla malattia con un assetto psicologico efficace.