Nella storia degli Stati Uniti esistono due tipi di fondamentalismo: quello che, seppure inconsciamente in quanto il termine era ancora lontano dall’essere coniato, giunse in America insieme ai puritani e li accompagnò nella fondazione degli insediamenti e nei primi tre secoli di vita delle colonie, e quello che, avendo affrontato le dispute ideologiche che attraversarono il passaggio dal diciannovesimo al ventesimo secolo, poté ottenere una definizione ufficiale e diventare movimento a tutti gli effetti. Nel 1920 Curtis Lee Laws, editore battista del The Watchmen-Examiner definì fondamentalista se stesso e tutti coloro che erano disposti “a intraprendere una lotta all’ultimo sangue per i fondamentali della fede” (Marsden). I fondamentali in questione erano quelli individuati nel 1910 dalla Presbyterian General Assembly: “(1) infallibilità letterale della Bibbia, (2) nascita di Cristo da madre vergine, (3) redenzione attraverso la sua morte sacrificale, (4) resurrezione in corpore di Cristo e (5) autenticità dei miracoli dei Vangeli” (Giammanco 1993, 117). Il fondamentalismo è proprio di chi si erge a difensore della cristianità scontrandosi con chi la vive in maniera più libera e, in ambito protestante, contro la maggior parte degli evangelicali, la cui fede si basa su tre capisaldi: la rinascita in Gesù Cristo, intesa come seconda conversione al Cristianesimo, e la fede in lui come unico mezzo per ottenere la salvezza della propria anima; l’importanza delle Sacre scritture e, infine, l’opera di evangelizzazione, tramite la predicazione della parola di Dio, volta a convertire il maggior numero possibile di persone.

(2015). "Nothing Beats the Bible." Il fondamentalismo cristiano e le primarie 2016 [journal article - articolo]. In IPERSTORIA. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/262866

"Nothing Beats the Bible." Il fondamentalismo cristiano e le primarie 2016

Migliori, Chiara
2015-01-01

Abstract

Nella storia degli Stati Uniti esistono due tipi di fondamentalismo: quello che, seppure inconsciamente in quanto il termine era ancora lontano dall’essere coniato, giunse in America insieme ai puritani e li accompagnò nella fondazione degli insediamenti e nei primi tre secoli di vita delle colonie, e quello che, avendo affrontato le dispute ideologiche che attraversarono il passaggio dal diciannovesimo al ventesimo secolo, poté ottenere una definizione ufficiale e diventare movimento a tutti gli effetti. Nel 1920 Curtis Lee Laws, editore battista del The Watchmen-Examiner definì fondamentalista se stesso e tutti coloro che erano disposti “a intraprendere una lotta all’ultimo sangue per i fondamentali della fede” (Marsden). I fondamentali in questione erano quelli individuati nel 1910 dalla Presbyterian General Assembly: “(1) infallibilità letterale della Bibbia, (2) nascita di Cristo da madre vergine, (3) redenzione attraverso la sua morte sacrificale, (4) resurrezione in corpore di Cristo e (5) autenticità dei miracoli dei Vangeli” (Giammanco 1993, 117). Il fondamentalismo è proprio di chi si erge a difensore della cristianità scontrandosi con chi la vive in maniera più libera e, in ambito protestante, contro la maggior parte degli evangelicali, la cui fede si basa su tre capisaldi: la rinascita in Gesù Cristo, intesa come seconda conversione al Cristianesimo, e la fede in lui come unico mezzo per ottenere la salvezza della propria anima; l’importanza delle Sacre scritture e, infine, l’opera di evangelizzazione, tramite la predicazione della parola di Dio, volta a convertire il maggior numero possibile di persone.
articolo
2015
Migliori, Chiara Maddalena
(2015). "Nothing Beats the Bible." Il fondamentalismo cristiano e le primarie 2016 [journal article - articolo]. In IPERSTORIA. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/262866
File allegato/i alla scheda:
File Dimensione del file Formato  
iperstoria.pdf

accesso aperto

Versione: publisher's version - versione editoriale
Licenza: Creative commons
Dimensione del file 376.02 kB
Formato Adobe PDF
376.02 kB Adobe PDF Visualizza/Apri
Pubblicazioni consigliate

Aisberg ©2008 Servizi bibliotecari, Università degli studi di Bergamo | Terms of use/Condizioni di utilizzo

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10446/262866
Citazioni
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact