I concetti di movimento, velocità, dinamismo, attraversano costantemente la storia dell’arte moderna, rinnovandosi ed evolvendosi in un continuum incessante. Il manifesto futurista dell’Architettura Aerea, che Marinetti stilò insieme a Mazzoni nel 1934, è il tentativo di trasferire all’architettura i temi legati all’unicum spazio-tempo, non considerati come due entità distinte ed indotti sia dagli evidenti fenomeni della meccanizzazione che dalle nuove idee che la teoria della relatività ristretta. La trascrizione del movimento, avviata nelle arti grafiche, giunge con ritardo nell’architettura, ad opera non di architetti ma di pittori, che iniziano a rappresentare spazi e uomini. La nuova visione della metropoli si forma in opposizione alla staticità del paesaggio urbano tradizionale. Boccioni inizia a disegnare il costruito come un insieme vorticoso di forme concentriche e volumi che si moltiplicano. La rappresentazione della città avviene attraverso una moltitudine di punti di vista che ne riproducono la visione, al fine di rendere il senso del movimento e della velocità. In questo contesto culturale, si situa il presente contributo. Esso si propone di studiare l’innesto della modernità in Sicilia, con l’avvento in tale luogo dell’architettura del ventennio fascista che si concluderà con la realizzazione delle opere delle stazioni (ferroviaria e marittima), progettate da Angiolo Mazzoni a Messina.
(2011). Spazio e movimento nell'architettura moderna a Messina [book chapter - capitolo di libro]. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/26314
Spazio e movimento nell'architettura moderna a Messina
Cardaci, Alessio
2011-01-01
Abstract
I concetti di movimento, velocità, dinamismo, attraversano costantemente la storia dell’arte moderna, rinnovandosi ed evolvendosi in un continuum incessante. Il manifesto futurista dell’Architettura Aerea, che Marinetti stilò insieme a Mazzoni nel 1934, è il tentativo di trasferire all’architettura i temi legati all’unicum spazio-tempo, non considerati come due entità distinte ed indotti sia dagli evidenti fenomeni della meccanizzazione che dalle nuove idee che la teoria della relatività ristretta. La trascrizione del movimento, avviata nelle arti grafiche, giunge con ritardo nell’architettura, ad opera non di architetti ma di pittori, che iniziano a rappresentare spazi e uomini. La nuova visione della metropoli si forma in opposizione alla staticità del paesaggio urbano tradizionale. Boccioni inizia a disegnare il costruito come un insieme vorticoso di forme concentriche e volumi che si moltiplicano. La rappresentazione della città avviene attraverso una moltitudine di punti di vista che ne riproducono la visione, al fine di rendere il senso del movimento e della velocità. In questo contesto culturale, si situa il presente contributo. Esso si propone di studiare l’innesto della modernità in Sicilia, con l’avvento in tale luogo dell’architettura del ventennio fascista che si concluderà con la realizzazione delle opere delle stazioni (ferroviaria e marittima), progettate da Angiolo Mazzoni a Messina.Pubblicazioni consigliate
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