Siamo stati chiamati a pensare, accompagnare, porre domande intorno ad un progetto che un’associazione culturale, La Porta, di Bergamo ha promosso e realizzato tra la primavera 2022 e l’estate 2023 in due istituti superiori della città abitati da un gran numero di studenti e studentesse di origine di altrove, o figli e figlie di migranti. La finalità era, per tutti gli alunni e le alunne che lo desiderassero, di creare occasioni – attraverso laboratori di scrittura autobiografica e laboratori di produzione artistica, musica rap, e video per esprimersi, narrare i propri vissuti, conoscere reciprocamente il proprio sentire. Le note che seguono, concepite come una conversazione, provano a riflettere sul significato del provare ad ascoltare le voci e i silenzi di queste adolescenze Come succede tutte le volte che si apre un cammino, che si fa una proposta in ascolto di quel che avviene, in modo tale che la realtà che si desidera incontrare abbia spazio e modo di emergere un poco e di venire a noi, alla fine ci si è trovati in un posto dove non ci si aspettava di trovarci, a dimostrazione che si può provare un fare in ascolto, un fare che fa spazio e apre tempi che le persone sentono come (anche) propri. Occorre essere capaci di un fare non performativo, di una proposta aperta. Un fare che ha i caratteri di un fare avvenire.

Siamo stati chiamati a pensare, accompagnare, porre domande intorno ad un progetto che un’associazione culturale, La Porta, di Bergamo ha promosso e realizzato tra la primavera 2022 e l’estate 2023 in due istituti superiori della città abitati da un gran numero di studenti e studentesse di origine di altrove, o figli e figlie di migranti. La finalità era, per tutti gli alunni e le alunne che lo desiderassero, di creare occasioni, attraverso laboratori di scrittura autobiografica e laboratori di produzione artistica, musica rap, e video per esprimersi, narrare i propri vissuti, conoscere reciprocamente il proprio sentire. Le note che seguono, concepite come una conversazione, provano a riflettere sul significato del provare ad ascoltare le voci e i silenzi di queste adolescenze Come succede tutte le volte che si apre un cammino, che si fa una proposta in ascolto di quel che avviene, in modo tale che la realtà che si desidera incontrare abbia spazio e modo di emergere un poco e di venire a noi, alla fine ci si è trovati in un posto dove non ci si aspettava di trovarci, a dimostrazione che si può provare un fare in ascolto, un fare che fa spazio e apre tempi che le persone sentono come (anche) propri. Occorre essere capaci di un fare non performativo, di una proposta aperta. Un fare che ha i caratteri di un fare avvenire.

(2023). Ascoltando adolescenze, tra qui e altrove [journal article - articolo]. In ROOTS§ROUTES. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/264849

Ascoltando adolescenze, tra qui e altrove

Gandolfi, Paola;Lizzola, Ivo
2023-01-01

Abstract

Siamo stati chiamati a pensare, accompagnare, porre domande intorno ad un progetto che un’associazione culturale, La Porta, di Bergamo ha promosso e realizzato tra la primavera 2022 e l’estate 2023 in due istituti superiori della città abitati da un gran numero di studenti e studentesse di origine di altrove, o figli e figlie di migranti. La finalità era, per tutti gli alunni e le alunne che lo desiderassero, di creare occasioni, attraverso laboratori di scrittura autobiografica e laboratori di produzione artistica, musica rap, e video per esprimersi, narrare i propri vissuti, conoscere reciprocamente il proprio sentire. Le note che seguono, concepite come una conversazione, provano a riflettere sul significato del provare ad ascoltare le voci e i silenzi di queste adolescenze Come succede tutte le volte che si apre un cammino, che si fa una proposta in ascolto di quel che avviene, in modo tale che la realtà che si desidera incontrare abbia spazio e modo di emergere un poco e di venire a noi, alla fine ci si è trovati in un posto dove non ci si aspettava di trovarci, a dimostrazione che si può provare un fare in ascolto, un fare che fa spazio e apre tempi che le persone sentono come (anche) propri. Occorre essere capaci di un fare non performativo, di una proposta aperta. Un fare che ha i caratteri di un fare avvenire.
articolo
2023
Siamo stati chiamati a pensare, accompagnare, porre domande intorno ad un progetto che un’associazione culturale, La Porta, di Bergamo ha promosso e realizzato tra la primavera 2022 e l’estate 2023 in due istituti superiori della città abitati da un gran numero di studenti e studentesse di origine di altrove, o figli e figlie di migranti. La finalità era, per tutti gli alunni e le alunne che lo desiderassero, di creare occasioni – attraverso laboratori di scrittura autobiografica e laboratori di produzione artistica, musica rap, e video per esprimersi, narrare i propri vissuti, conoscere reciprocamente il proprio sentire. Le note che seguono, concepite come una conversazione, provano a riflettere sul significato del provare ad ascoltare le voci e i silenzi di queste adolescenze Come succede tutte le volte che si apre un cammino, che si fa una proposta in ascolto di quel che avviene, in modo tale che la realtà che si desidera incontrare abbia spazio e modo di emergere un poco e di venire a noi, alla fine ci si è trovati in un posto dove non ci si aspettava di trovarci, a dimostrazione che si può provare un fare in ascolto, un fare che fa spazio e apre tempi che le persone sentono come (anche) propri. Occorre essere capaci di un fare non performativo, di una proposta aperta. Un fare che ha i caratteri di un fare avvenire.
Gandolfi, Paola; Lizzola, Ivo
(2023). Ascoltando adolescenze, tra qui e altrove [journal article - articolo]. In ROOTS§ROUTES. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/264849
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