Il campo dell’educazione, in particolare quella rivolta alla prima infanzia, è ancora legato ad un’ampia presenza femminile, radicata in una visione stereotipata di genere secondo la quale la donna porterebbe in sé una predisposizione nei confronti della cura. Il contributo proposto intende evidenziare come la presenza di educatori maschi nei nidi metta in discussione i luoghi comuni consolidati e sveli una forma di genderizzazione del lavoro educativo che impatta sul maschile. Sebbene si tratti ancora di numeri ridotti, pur in crescita nei percorsi formativi universitari, questa presenza racconta di un cambio di paradigma, con la necessità di ripensare la cura e le modalità del prendersi cura. Dalla Legge 1044-1971 alle Linee Guida pedagogiche per il sistema integrato 0- 6 (D.M. 334-2021), l’evoluzione in merito alle “coordinate della professionalità” rimanda all’esigenza di una visione e progettazione condivisa tra quanti operano all’interno delle strutture per la prima infanzia, nella quale “la presenza nel gruppo di figure maschili (…) arricchisce il contesto educativo e permette ai bambini di acquisire una visione equilibrata della varietà dei rapporti sociali”. Dalle narrazioni degli educatori si evince inoltre che nei nidi in cui si lavora in co-presenza tra i generi, si osserva la proposta di una maggiore articolazione dei punti di vista e di pratiche educative, sia per i bambini, sia nel sostegno alle famiglie.

(2023). L’educatore al nido. Quando il processo di genderizzazione interessa il maschile . Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/266049

L’educatore al nido. Quando il processo di genderizzazione interessa il maschile

Crotti, Monica
2023-01-01

Abstract

Il campo dell’educazione, in particolare quella rivolta alla prima infanzia, è ancora legato ad un’ampia presenza femminile, radicata in una visione stereotipata di genere secondo la quale la donna porterebbe in sé una predisposizione nei confronti della cura. Il contributo proposto intende evidenziare come la presenza di educatori maschi nei nidi metta in discussione i luoghi comuni consolidati e sveli una forma di genderizzazione del lavoro educativo che impatta sul maschile. Sebbene si tratti ancora di numeri ridotti, pur in crescita nei percorsi formativi universitari, questa presenza racconta di un cambio di paradigma, con la necessità di ripensare la cura e le modalità del prendersi cura. Dalla Legge 1044-1971 alle Linee Guida pedagogiche per il sistema integrato 0- 6 (D.M. 334-2021), l’evoluzione in merito alle “coordinate della professionalità” rimanda all’esigenza di una visione e progettazione condivisa tra quanti operano all’interno delle strutture per la prima infanzia, nella quale “la presenza nel gruppo di figure maschili (…) arricchisce il contesto educativo e permette ai bambini di acquisire una visione equilibrata della varietà dei rapporti sociali”. Dalle narrazioni degli educatori si evince inoltre che nei nidi in cui si lavora in co-presenza tra i generi, si osserva la proposta di una maggiore articolazione dei punti di vista e di pratiche educative, sia per i bambini, sia nel sostegno alle famiglie.
2023
Crotti, Monica
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