SOMMARIO: 1. Il significato del diritto all’oblio nell’era digitale; 2. Alcune definizioni giurisprudenziali del diritto all’oblio nella rete; 3. Nuovi equilibri tra oblio e memoria e tra privato e pubblico ai tempi del web 1. Il significato del diritto all’oblio nell’era digitale Le frequenti innovazioni determinate dalla rapida evoluzione delle tecnologie informatiche sollecitano la riflessione del giurista e investono il diritto di specifiche responsabilità. Non si tratta, infatti, di dinamiche neutre, capaci di autogiustificarsi e di imporsi per forza propria, ma di fenomeni che occorre spiegare, comprendere e interpretare criticamente, con un’attenzione concreta ai nuovi problemi che possono derivarne e alle relative soluzioni che il diritto può contribuire a fornire. È noto, infatti, che alle opportunità inedite offerte dall’informatica si accompagnano nuove vulnerabilità a cui la persona e i suoi diritti sono esposti nell’era digitale . Un segnale dell’attenzione che il diritto riserva all’impatto delle tecnologie sulla vita delle persone viene dal recente regolamento 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio in materia di trattamento e libera circolazione dei dati, il cui titolo, non a caso, si riferisce non alla “protezione dei dati personali”, ma specificamente alla “protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali” . L’esposizione pubblica delle persone (della loro immagine, della loro reputazione, della loro stessa identità) è diventata un problema considerevole da quando gli archivi storici degli organi di informazione sono digitalizzati e indicizzati, e ciò rende agevolmente disponibili agli utenti del web informazioni relative a fatti anche molto risalenti, determinando un’attenzione ininterrotta sui soggetti che ne sono protagonisti. L’aspetto critico consiste non tanto nella falsità o nel carattere diffamatorio delle notizie (ipotesi già regolate da una specifica disciplina), quanto nella sovraesposizione delle persone rispetto a vicende negative per la loro immagine che, seppure pubblicate in modo legittimo e veritiero, continuano a circolare e a rimanere accessibili a tutti, grazie al web, ben oltre i limiti del loro effettivo interesse per l’opinione pubblica. Ciò che connota tipicamente le notizie reperibili in rete, infatti, è la loro fruibilità immediata, capillare e permanente, e inoltre l’apparenza fuorviante di una “perenne attualità”: entrambi elementi strettamente connessi alla digitalizzazione degli strumenti di informazione e comunicazione. Ciò fa insorgere un potenziale conflitto tra diversi diritti: da un lato libertà di espressione, diritto di cronaca, diritto all’informazione; dall’altro la pretesa dei soggetti coinvolti nelle notizie di esercitare un controllo sulle informazioni che li riguardano personalmente, limitando la durata temporale della loro reperibilità in rete. Si rende necessario, inoltre, chiarire i diversi ruoli dei motori di ricerca e dei siti sorgente di cui i motori stessi indicizzano i contenuti, e definire le rispettive responsabilità che ne derivano. Si pone il problema, infine, di evitare che le corrette finalità della tutela della privacy e della protezione dei dati personali siano distorte e snaturate al punto da trasformare tali diritti in strumenti a disposizione di chi voglia ricostruire artificiosamente la propria reputazione nella rete, imponendo la propria autorappresentazione a spese della verità storica e di un’informazione corretta e completa. Al crocevia tra tutte queste problematiche è emersa da alcuni anni, a livello giurisprudenziale e dottrinale, la figura controversa del diritto all’oblio (right to be forgotten, droit à l’oubli, Recht auf Vergessenwerden o Recht auf Vergessen), inteso come diritto dell’interessato di ottenere la rimozione dalla pubblica circolazione di informazioni personali che lo riguardano, ove la loro rilevanza pubblica sia venuta meno per il trascorrere del tempo o per altri motivi .

(2016). Il diritto all’oblio tra privacy e identità digitale [journal article - articolo]. In INFORMATICA E DIRITTO. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/266262

Il diritto all’oblio tra privacy e identità digitale

Zanichelli, Maria
2016-01-01

Abstract

SOMMARIO: 1. Il significato del diritto all’oblio nell’era digitale; 2. Alcune definizioni giurisprudenziali del diritto all’oblio nella rete; 3. Nuovi equilibri tra oblio e memoria e tra privato e pubblico ai tempi del web 1. Il significato del diritto all’oblio nell’era digitale Le frequenti innovazioni determinate dalla rapida evoluzione delle tecnologie informatiche sollecitano la riflessione del giurista e investono il diritto di specifiche responsabilità. Non si tratta, infatti, di dinamiche neutre, capaci di autogiustificarsi e di imporsi per forza propria, ma di fenomeni che occorre spiegare, comprendere e interpretare criticamente, con un’attenzione concreta ai nuovi problemi che possono derivarne e alle relative soluzioni che il diritto può contribuire a fornire. È noto, infatti, che alle opportunità inedite offerte dall’informatica si accompagnano nuove vulnerabilità a cui la persona e i suoi diritti sono esposti nell’era digitale . Un segnale dell’attenzione che il diritto riserva all’impatto delle tecnologie sulla vita delle persone viene dal recente regolamento 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio in materia di trattamento e libera circolazione dei dati, il cui titolo, non a caso, si riferisce non alla “protezione dei dati personali”, ma specificamente alla “protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali” . L’esposizione pubblica delle persone (della loro immagine, della loro reputazione, della loro stessa identità) è diventata un problema considerevole da quando gli archivi storici degli organi di informazione sono digitalizzati e indicizzati, e ciò rende agevolmente disponibili agli utenti del web informazioni relative a fatti anche molto risalenti, determinando un’attenzione ininterrotta sui soggetti che ne sono protagonisti. L’aspetto critico consiste non tanto nella falsità o nel carattere diffamatorio delle notizie (ipotesi già regolate da una specifica disciplina), quanto nella sovraesposizione delle persone rispetto a vicende negative per la loro immagine che, seppure pubblicate in modo legittimo e veritiero, continuano a circolare e a rimanere accessibili a tutti, grazie al web, ben oltre i limiti del loro effettivo interesse per l’opinione pubblica. Ciò che connota tipicamente le notizie reperibili in rete, infatti, è la loro fruibilità immediata, capillare e permanente, e inoltre l’apparenza fuorviante di una “perenne attualità”: entrambi elementi strettamente connessi alla digitalizzazione degli strumenti di informazione e comunicazione. Ciò fa insorgere un potenziale conflitto tra diversi diritti: da un lato libertà di espressione, diritto di cronaca, diritto all’informazione; dall’altro la pretesa dei soggetti coinvolti nelle notizie di esercitare un controllo sulle informazioni che li riguardano personalmente, limitando la durata temporale della loro reperibilità in rete. Si rende necessario, inoltre, chiarire i diversi ruoli dei motori di ricerca e dei siti sorgente di cui i motori stessi indicizzano i contenuti, e definire le rispettive responsabilità che ne derivano. Si pone il problema, infine, di evitare che le corrette finalità della tutela della privacy e della protezione dei dati personali siano distorte e snaturate al punto da trasformare tali diritti in strumenti a disposizione di chi voglia ricostruire artificiosamente la propria reputazione nella rete, imponendo la propria autorappresentazione a spese della verità storica e di un’informazione corretta e completa. Al crocevia tra tutte queste problematiche è emersa da alcuni anni, a livello giurisprudenziale e dottrinale, la figura controversa del diritto all’oblio (right to be forgotten, droit à l’oubli, Recht auf Vergessenwerden o Recht auf Vergessen), inteso come diritto dell’interessato di ottenere la rimozione dalla pubblica circolazione di informazioni personali che lo riguardano, ove la loro rilevanza pubblica sia venuta meno per il trascorrere del tempo o per altri motivi .
articolo
2016
Zanichelli, Maria
(2016). Il diritto all’oblio tra privacy e identità digitale [journal article - articolo]. In INFORMATICA E DIRITTO. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/266262
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