Sotto l’egida di Jean de La Fontaine, nell’ottobre del 1970 il poeta e artista belga Marcel Broodthaers (Bruxelles 1924 – Colonia 1976) inaugura nella sua casa di Düsseldorf una sala cinematografica in cui si alternano proiezioni di film, esposizioni di fotografie, di collages e di disegni realizzati con la fervida intenzione di “saisir la réalité et en même temps ce qu’elle cache” (M. B., 1972). L’iniziativa è accompagnata da un’ affiche che recita: “Théorie le Secret. Le cinéma n’est accessible que sur rendez-vous. Inutile de se présenter”. Dalle ceneri ancora ardenti della "Section Documentaire" del "Musée d’Art Moderne, Département des Aigles" (1969) nasce "Cinéma Modèle. Programme La Fontaine", una rêverie subversive ispirata alla poesia di Charles Baudelaire, all’ingannevole pipa del dipinto "La trahison des images" di René Magritte (1928) e all'arte MERZ di Kurt Schwitters. “Come la spinta che attira sempre di nuovo il delinquente sul luogo del delitto” (W. Benjamin, 1939), Broodthaers proietta a ripetizione i suoi film d’autore, invitando lo spettatore a leggere in filigrana il controverso rapporto tra l'arte, il linguaggio e la finzione. Dalla lettura della raccolta di poesie "Pense-Bête" (1963-1964), fino all’approfondimento dell’enciclopedica mostra "L’Aigle de l’Oligocène à nos jours" (Kunsthalle Düsseldorf, 1972), il saggio mette a fuoco le astuzie e gli assilli di un’opera estremamente colta e complessa che sotto le mentite spoglie di un sedizioso “museo dell’inganno” (Musée d’Art Moderne. Département des Aigles, 1968-1972) e di eleganti allestimenti dal fascino esotico e démodé (Décors, 1974-1975) ha rovesciato lo statuto e i criteri estetici dell’opera d’arte “nel cuore della reificazione” (B. H. D. Buchloh, 1987), mostrandone la trasfigurazione nella forma del feticcio-merce.
(2019). Marcel Broodthaers. L'artista degli anagrammi nascosti [journal article - articolo]. In ELEPHANT & CASTLE. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/267129
Marcel Broodthaers. L'artista degli anagrammi nascosti
Minuto, Maria Elena
2019-01-01
Abstract
Sotto l’egida di Jean de La Fontaine, nell’ottobre del 1970 il poeta e artista belga Marcel Broodthaers (Bruxelles 1924 – Colonia 1976) inaugura nella sua casa di Düsseldorf una sala cinematografica in cui si alternano proiezioni di film, esposizioni di fotografie, di collages e di disegni realizzati con la fervida intenzione di “saisir la réalité et en même temps ce qu’elle cache” (M. B., 1972). L’iniziativa è accompagnata da un’ affiche che recita: “Théorie le Secret. Le cinéma n’est accessible que sur rendez-vous. Inutile de se présenter”. Dalle ceneri ancora ardenti della "Section Documentaire" del "Musée d’Art Moderne, Département des Aigles" (1969) nasce "Cinéma Modèle. Programme La Fontaine", una rêverie subversive ispirata alla poesia di Charles Baudelaire, all’ingannevole pipa del dipinto "La trahison des images" di René Magritte (1928) e all'arte MERZ di Kurt Schwitters. “Come la spinta che attira sempre di nuovo il delinquente sul luogo del delitto” (W. Benjamin, 1939), Broodthaers proietta a ripetizione i suoi film d’autore, invitando lo spettatore a leggere in filigrana il controverso rapporto tra l'arte, il linguaggio e la finzione. Dalla lettura della raccolta di poesie "Pense-Bête" (1963-1964), fino all’approfondimento dell’enciclopedica mostra "L’Aigle de l’Oligocène à nos jours" (Kunsthalle Düsseldorf, 1972), il saggio mette a fuoco le astuzie e gli assilli di un’opera estremamente colta e complessa che sotto le mentite spoglie di un sedizioso “museo dell’inganno” (Musée d’Art Moderne. Département des Aigles, 1968-1972) e di eleganti allestimenti dal fascino esotico e démodé (Décors, 1974-1975) ha rovesciato lo statuto e i criteri estetici dell’opera d’arte “nel cuore della reificazione” (B. H. D. Buchloh, 1987), mostrandone la trasfigurazione nella forma del feticcio-merce.File | Dimensione del file | Formato | |
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