Il contributo propone l’analisi del processo di delocalizzazione degli abitanti attivato e realizzato nei comuni di Ferno, Lonate Pozzolo e Somma Lombardo, ossia all’interno delle realtà ammnistrative direttamente interessate dall’inquinamento acustico e dagli impatti negativi causati dall’eccessiva vicinanza all’Aeroporto internazionale di Malpensa. Si è trattato di una iniziativa pluriennale avviata a fine anni Novanta grazie all’impegno politico, amministrativo, tecnico ed economico, di soggetti istituzionali di livello nazionale (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Ministero dell’Ambiente), regionale (Regione Lombardia, Provincia di Varese, Provincia di Milano e ALER Varese) e locale. L’interesse per questa esperienza risiede nelle opere di demolizione di numerosi edifici, realizzate dopo i processi di delocalizzazione volontaria di 536 famiglie, che hanno creato le condizioni per sperimentare su ampia scala sia una strategia spesso evocata e, all’opposto, poco utilizzata nel contesto italiano (la delocalizzazione di edifici è stata spesso suggerita per ragioni di rischio idrogeologico oppure per degrado paesistico-ambientale), sia per avviare degli interventi diffusi di rinaturalizzazione delle aree “liberate” dalla presenza degli spazi costruiti (attivando una politica di “sottrazione controllata” e di de-impermeabilizzazione dei suoli).

(2020). Delocalizzazione e nuova naturalità: un progetto per la sottrazione degli spazi costruiti di Malpensa . In URBANISTICA INFORMAZIONI. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/267289

Delocalizzazione e nuova naturalità: un progetto per la sottrazione degli spazi costruiti di Malpensa

Garda, Emanuele
2020-01-01

Abstract

Il contributo propone l’analisi del processo di delocalizzazione degli abitanti attivato e realizzato nei comuni di Ferno, Lonate Pozzolo e Somma Lombardo, ossia all’interno delle realtà ammnistrative direttamente interessate dall’inquinamento acustico e dagli impatti negativi causati dall’eccessiva vicinanza all’Aeroporto internazionale di Malpensa. Si è trattato di una iniziativa pluriennale avviata a fine anni Novanta grazie all’impegno politico, amministrativo, tecnico ed economico, di soggetti istituzionali di livello nazionale (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Ministero dell’Ambiente), regionale (Regione Lombardia, Provincia di Varese, Provincia di Milano e ALER Varese) e locale. L’interesse per questa esperienza risiede nelle opere di demolizione di numerosi edifici, realizzate dopo i processi di delocalizzazione volontaria di 536 famiglie, che hanno creato le condizioni per sperimentare su ampia scala sia una strategia spesso evocata e, all’opposto, poco utilizzata nel contesto italiano (la delocalizzazione di edifici è stata spesso suggerita per ragioni di rischio idrogeologico oppure per degrado paesistico-ambientale), sia per avviare degli interventi diffusi di rinaturalizzazione delle aree “liberate” dalla presenza degli spazi costruiti (attivando una politica di “sottrazione controllata” e di de-impermeabilizzazione dei suoli).
2020
Garda, Emanuele
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