Uno degli obiettivi dell’intervento riabilitativo delle persone con disabilità acquisita è il miglioramento della loro qualità di vita, intesa come costrutto a più livelli (personale, relazionale, culturale, ambientale) le cui dimensioni centrali sono la qualità dell’interazione (fisica e psicologica) tra soggetto e ambiente e il suo empowerment. A tal fine il percorso riabilitativo del Servizio DAT (Domotica, Ausili, Terapia Occupazionale) della Fondazione don Gnocchi Milano offre un intervento flessibile rispetto alle esigenze degli utenti. E’ stata condotta al DAT una ricerca pilota per valutare: se vi sia un miglioramento della qualità della vita dei pazienti e dei loro familiari; se l’eventuale miglioramento permanga nel tempo, una volta che il paziente è tornato a casa; la qualità e l’andamento della relazione terapista occupazionale-paziente. Al protocollo multi-fonte e multi-metodo hanno partecipato 19 pazienti con disabilità acquisite e i loro familiari (n=33): ad inizio e fine del percorso DAT e nel follow-up a 3 mesi è stato somministrato il BDI (Beck Depression Inventory) ai pazienti e il questionario sulla qualità della vita SF36 sia ai pazienti che ai familiari; ad inizio del percorso e al follow-up a domicilio con il paziente e i suoi famigliari è stata effettuata e videoregistrata un’intervista semistrutturata di ricerca sull’esperienza DAT; durante il trattamento sono state videoregistrate tre sedute di terapia occupazionale per ogni paziente e compilata da parte del paziente e dell’operatore una griglia di valutazione dell’interazione intercorsa. Due giudici esterni ed indipendenti hanno codificato le videoregistrazioni delle interviste e delle sedute, applicando una griglia di valutazione costruita ad hoc. I risultati indicano che a) durante il percorso riabilitativo del DAT si assiste alla creazione di una buona relazione paziente-terapista, b) il trattamento porta a un significativo miglioramento della qualità della vita dei pazienti e dei familiari, c) con il rientro a casa la qualità della vita ritorna ai livelli precedenti l’intervento. Il percorso riabilitativo del DAT crea quindi un contesto relazionale capace di promuovere le risorse dei pazienti. Il coinvolgimento del contesto familiare durante il trattamento e il prolungamento dell’attività riabilitativa anche a domicilio potrebbe avere un effetto potenziante i risultati raggiunti, attivando le risorse dei pazienti nel loro contesto di vita e valorizzando come riabilitative le risorse della famiglia, la cui qualità di vita è parte integrante di quella dei pazienti.
(2010). Promozione della qualità della vita nella disabilità: una lettura contestuale dell'intervento riabilitativo proposto presso il servizio DAT di Milano della Fondazione don Gnocchi [conference presentation - intervento a convegno]. Retrieved from http://hdl.handle.net/10446/26956
Promozione della qualità della vita nella disabilità: una lettura contestuale dell'intervento riabilitativo proposto presso il servizio DAT di Milano della Fondazione don Gnocchi
FELLIN, Lisa Chiara;NEGRI, Atta' Ambrogio Maria;
2010-01-01
Abstract
Uno degli obiettivi dell’intervento riabilitativo delle persone con disabilità acquisita è il miglioramento della loro qualità di vita, intesa come costrutto a più livelli (personale, relazionale, culturale, ambientale) le cui dimensioni centrali sono la qualità dell’interazione (fisica e psicologica) tra soggetto e ambiente e il suo empowerment. A tal fine il percorso riabilitativo del Servizio DAT (Domotica, Ausili, Terapia Occupazionale) della Fondazione don Gnocchi Milano offre un intervento flessibile rispetto alle esigenze degli utenti. E’ stata condotta al DAT una ricerca pilota per valutare: se vi sia un miglioramento della qualità della vita dei pazienti e dei loro familiari; se l’eventuale miglioramento permanga nel tempo, una volta che il paziente è tornato a casa; la qualità e l’andamento della relazione terapista occupazionale-paziente. Al protocollo multi-fonte e multi-metodo hanno partecipato 19 pazienti con disabilità acquisite e i loro familiari (n=33): ad inizio e fine del percorso DAT e nel follow-up a 3 mesi è stato somministrato il BDI (Beck Depression Inventory) ai pazienti e il questionario sulla qualità della vita SF36 sia ai pazienti che ai familiari; ad inizio del percorso e al follow-up a domicilio con il paziente e i suoi famigliari è stata effettuata e videoregistrata un’intervista semistrutturata di ricerca sull’esperienza DAT; durante il trattamento sono state videoregistrate tre sedute di terapia occupazionale per ogni paziente e compilata da parte del paziente e dell’operatore una griglia di valutazione dell’interazione intercorsa. Due giudici esterni ed indipendenti hanno codificato le videoregistrazioni delle interviste e delle sedute, applicando una griglia di valutazione costruita ad hoc. I risultati indicano che a) durante il percorso riabilitativo del DAT si assiste alla creazione di una buona relazione paziente-terapista, b) il trattamento porta a un significativo miglioramento della qualità della vita dei pazienti e dei familiari, c) con il rientro a casa la qualità della vita ritorna ai livelli precedenti l’intervento. Il percorso riabilitativo del DAT crea quindi un contesto relazionale capace di promuovere le risorse dei pazienti. Il coinvolgimento del contesto familiare durante il trattamento e il prolungamento dell’attività riabilitativa anche a domicilio potrebbe avere un effetto potenziante i risultati raggiunti, attivando le risorse dei pazienti nel loro contesto di vita e valorizzando come riabilitative le risorse della famiglia, la cui qualità di vita è parte integrante di quella dei pazienti.Pubblicazioni consigliate
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