Pubblicato per i tipi di Mimesis nel novembre 2022 e scritto dagli autori di questo saggio insieme a Raffaele Giammetti, La guerra capitalista è un libro che persegue obiettivi inusuali. Il testo recupera e sviluppa un approccio epistemologico per lungo tempo sepolto e dimenticato, predilige l’analisi scientifica alla facile aneddotica sui conflitti economici e militari, e va contro le narrazioni prevalenti delle guerre in corso. Ciò nonostante, o forse per questo, il volume ha ricevuto un riscontro di pubblico e di critica superiore alle attese, con oltre una settantina di occasioni di recensione e discussione del volume. La tesi da cui il libro prende le mosse viene da noi racchiusa in una breve affermazione iniziale: «l’evidenza scientifica supporta una ‘legge’ di tendenza verso la centralizzazione del capitale, che distrugge la democrazia e fomenta la guerra». Al di là della semplificazione divulgativa, la proposizione è ispirata da un obiettivo epistemologico: il rilancio, in chiave moderna, della grande ambizione marxiana di orientare la ricerca scientifica verso l’individuazione di “leggi” di movimento del capitalismo. È interessante notare come, situati dinanzi a questa nostra proposta metodologica, svariati critici del libro abbiano scelto di aggirarla. Il nodo epistemologico su cui abbiamo insistito, e che a nostro avviso risulta logicamente ineludibile, talvolta si è un po’ smarrito nei meandri di un dibattito che si è concentrato o sugli aspetti più tecnici o su quelli più politici del volume. Tuttavia, come vedremo, non sono mancati coloro che hanno preso di petto la questione e hanno avanzato espresse critiche di metodo.
(2024). Risposta ai critici de "La guerra capitalista" . Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/269811
Risposta ai critici de "La guerra capitalista"
Lucarelli, Stefano
2024-01-01
Abstract
Pubblicato per i tipi di Mimesis nel novembre 2022 e scritto dagli autori di questo saggio insieme a Raffaele Giammetti, La guerra capitalista è un libro che persegue obiettivi inusuali. Il testo recupera e sviluppa un approccio epistemologico per lungo tempo sepolto e dimenticato, predilige l’analisi scientifica alla facile aneddotica sui conflitti economici e militari, e va contro le narrazioni prevalenti delle guerre in corso. Ciò nonostante, o forse per questo, il volume ha ricevuto un riscontro di pubblico e di critica superiore alle attese, con oltre una settantina di occasioni di recensione e discussione del volume. La tesi da cui il libro prende le mosse viene da noi racchiusa in una breve affermazione iniziale: «l’evidenza scientifica supporta una ‘legge’ di tendenza verso la centralizzazione del capitale, che distrugge la democrazia e fomenta la guerra». Al di là della semplificazione divulgativa, la proposizione è ispirata da un obiettivo epistemologico: il rilancio, in chiave moderna, della grande ambizione marxiana di orientare la ricerca scientifica verso l’individuazione di “leggi” di movimento del capitalismo. È interessante notare come, situati dinanzi a questa nostra proposta metodologica, svariati critici del libro abbiano scelto di aggirarla. Il nodo epistemologico su cui abbiamo insistito, e che a nostro avviso risulta logicamente ineludibile, talvolta si è un po’ smarrito nei meandri di un dibattito che si è concentrato o sugli aspetti più tecnici o su quelli più politici del volume. Tuttavia, come vedremo, non sono mancati coloro che hanno preso di petto la questione e hanno avanzato espresse critiche di metodo.File | Dimensione del file | Formato | |
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