Taking into account the idea of intercorporeality, the essay explores the use of masks – the particular attribute of many protest movements – in art projects of the Mongrel collective, the Pussy Riot, Jemima Wyman and Zach Blas, who rework them as a tool to create a collective identity that can help break down contemporary social inequalities of race, gender, class and sexual orientation. These artworks use masks to symbolically join or even ‘sew’ together protesters’ bodies, in order to create a hybrid anatomy that addresses socio-cultural differences from an alternative, nonhierarchicalizing perspective.

Alla luce del concetto di intercorporeità, il saggio esplora l’utilizzo della maschera – attributo identificativo di diversi movimenti di protesta – nei progetti artistici del collettivo Mongrel, delle Pussy Riot, di Jemima Wyman e di Zach Blas, che la rielaborano come dispositivo di costruzione di un’identità collettiva utile a smantellare le categorie discriminatorie di etnia, genere, classe e orientamento sessuale presenti nella società contemporanea. Nei lavori analizzati, la maschera permette di unire o, addirittura, ‘cucire’ simbolicamente tra loro i corpi dei manifestanti, così da realizzare un’anatomia ibrida, che affronta le differenze socio-culturali da una prospettiva alternativa e non gerarchizzante.

(2024). “Pelle comune”: arte contemporanea e maschere di protesta [journal article - articolo]. In ALTRE MODERNITÀ. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/283149

“Pelle comune”: arte contemporanea e maschere di protesta

Damiani, Sara
2024-01-01

Abstract

Taking into account the idea of intercorporeality, the essay explores the use of masks – the particular attribute of many protest movements – in art projects of the Mongrel collective, the Pussy Riot, Jemima Wyman and Zach Blas, who rework them as a tool to create a collective identity that can help break down contemporary social inequalities of race, gender, class and sexual orientation. These artworks use masks to symbolically join or even ‘sew’ together protesters’ bodies, in order to create a hybrid anatomy that addresses socio-cultural differences from an alternative, nonhierarchicalizing perspective.
articolo
2024
Alla luce del concetto di intercorporeità, il saggio esplora l’utilizzo della maschera – attributo identificativo di diversi movimenti di protesta – nei progetti artistici del collettivo Mongrel, delle Pussy Riot, di Jemima Wyman e di Zach Blas, che la rielaborano come dispositivo di costruzione di un’identità collettiva utile a smantellare le categorie discriminatorie di etnia, genere, classe e orientamento sessuale presenti nella società contemporanea. Nei lavori analizzati, la maschera permette di unire o, addirittura, ‘cucire’ simbolicamente tra loro i corpi dei manifestanti, così da realizzare un’anatomia ibrida, che affronta le differenze socio-culturali da una prospettiva alternativa e non gerarchizzante.
Damiani, Sara
(2024). “Pelle comune”: arte contemporanea e maschere di protesta [journal article - articolo]. In ALTRE MODERNITÀ. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/283149
File allegato/i alla scheda:
File Dimensione del file Formato  
AMMay24_276-292_con_metadati.pdf

accesso aperto

Versione: publisher's version - versione editoriale
Licenza: Creative commons
Dimensione del file 449.86 kB
Formato Adobe PDF
449.86 kB Adobe PDF Visualizza/Apri
Pubblicazioni consigliate

Aisberg ©2008 Servizi bibliotecari, Università degli studi di Bergamo | Terms of use/Condizioni di utilizzo

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10446/283149
Citazioni
  • Scopus 0
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact