Nel 1973 il noto etologo Konrad Lorenz incluse in un suo pamphlet, quale peccato capitale della nostra civiltà, la “devastazione dello spazio vitale”. Se osserviamo quanto è stato fatto in Italia nell’arco delle ultime tre generazioni, in termini di utilizzo e trasformazione degli spazi aperti, non possiamo che provare un senso di sgomento di fronte alle inusitate e drammatiche dimensioni raggiunte dal fenomeno dell’urbanizzazione diffusa. Ciò che in particolare colpisce è la rapidità e l’intensità con cui è avvenuto questo processo anche nei territori lombardi, dove l’urbanizzazione dei suoli agricoli, sovente stimolata da quella che Calvino, in un suo celebre racconto, definiva “febbre del cemento”, ha comportato la creazione di distese di capannoni, palazzine, villette, centri commerciali, parcheggi e strade. Questi materiali rappresentano i frammenti di quella “grande città infinita” che è entrata a pieno titolo entro la nostra vita quotidiana e che dà forma a un paesaggio tracotante ed eterogeneo, eppure di modesta qualità, ottenuto a caro prezzo.
(2014). Consumo di suolo: serve una strategia metropolitana [contribution in web site - contributo in sito web]. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/288336
Consumo di suolo: serve una strategia metropolitana
Garda, Emanuele
2014-04-02
Abstract
Nel 1973 il noto etologo Konrad Lorenz incluse in un suo pamphlet, quale peccato capitale della nostra civiltà, la “devastazione dello spazio vitale”. Se osserviamo quanto è stato fatto in Italia nell’arco delle ultime tre generazioni, in termini di utilizzo e trasformazione degli spazi aperti, non possiamo che provare un senso di sgomento di fronte alle inusitate e drammatiche dimensioni raggiunte dal fenomeno dell’urbanizzazione diffusa. Ciò che in particolare colpisce è la rapidità e l’intensità con cui è avvenuto questo processo anche nei territori lombardi, dove l’urbanizzazione dei suoli agricoli, sovente stimolata da quella che Calvino, in un suo celebre racconto, definiva “febbre del cemento”, ha comportato la creazione di distese di capannoni, palazzine, villette, centri commerciali, parcheggi e strade. Questi materiali rappresentano i frammenti di quella “grande città infinita” che è entrata a pieno titolo entro la nostra vita quotidiana e che dà forma a un paesaggio tracotante ed eterogeneo, eppure di modesta qualità, ottenuto a caro prezzo.File | Dimensione del file | Formato | |
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