Sin dal passato i ponti hanno ricoperto la funzione di costruire relazioni culturali, trame di vicinanza e affinità territoriali. L'antropologo Victor Turner (2022) ha definito tale caratteristica d'incrocio culturale, come "liminalità", vale a dire scomposizione della cultura nei suoi fattori essenziali. In quanto “attraversato”, un ponte ha a che fare, direttamente o indirettamente, con la costruzione e ricostruzione delle identità sociali e culturali, primariamente, in quanto "oggetto culturale" (Griswold, 2005), ma anche come tema per l'interpretazione di un luogo (Nuvolati, 2013). La domanda di ricerca da porsi, in chiave di sociologica è quanto il postmoderno abbia mutato il concetto stesso di ponte non solo rispetto ad ego ed alter, ma alle comunità e a chi vi transita senza appartenervi. A tal proposito, il caso del ponte ferroviario di Ponte San Pietro può essere esemplificativo del suo valore sociale ed economico, in qualsiasi fase storica attraversata sin dalla sua edificazione (1862). Si qualificò come un’infrastruttura ambiziosa nello sviluppo ferroviario post-unitario, fungendo da volano logistico per l’attrattività di investimenti esteri fondamentali per la crescita industriale dell’hinterland di Bergamo. Target dei bombardamenti alleati durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1945 subì l’abbattimento di un’arcata poi ripristinata. Ad oggi il ponte ferroviario di Ponte San Pietro si conferma un simbolo storico della mobilità cittadina e resterà snodo irripetibile persino nell’attuale cantiere di realizzazione del raddoppio ferroviario tra il suddetto paese e il capoluogo provinciale (termine lavori 2026). Lo scopo di questo paper è di tracciare una ricostruzione storica della valenza infrastrutturale di questo ponte, corroborandola con interviste semi-strutturate ai principali stakeholders territoriali: i Sindaci di Ponte San Pietro, Curno e Bergamo, principalmente coinvolti nel progetto di raddoppio ferroviario. La ponderazione di tali interviste, affiancata alle stime sui dati e sulle prospettive di mobilità, si qualifica come un approfondimento sul caso evolutivo della rigenerazione di una grande infrastruttura ferroviaria territoriale, con annessa ponderazione delle principali ricadute socio-economiche presenti e in addivenire.
(2024). Il ponte ferroviario di Ponte San Pietro: una ricognizione tra storia, ricadute sociali e prospettive di sviluppo del territorio. [journal article - articolo]. In TRASPORTI & CULTURA. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/298493
Il ponte ferroviario di Ponte San Pietro: una ricognizione tra storia, ricadute sociali e prospettive di sviluppo del territorio.
Ubiali, Enrico;
2024-01-01
Abstract
Sin dal passato i ponti hanno ricoperto la funzione di costruire relazioni culturali, trame di vicinanza e affinità territoriali. L'antropologo Victor Turner (2022) ha definito tale caratteristica d'incrocio culturale, come "liminalità", vale a dire scomposizione della cultura nei suoi fattori essenziali. In quanto “attraversato”, un ponte ha a che fare, direttamente o indirettamente, con la costruzione e ricostruzione delle identità sociali e culturali, primariamente, in quanto "oggetto culturale" (Griswold, 2005), ma anche come tema per l'interpretazione di un luogo (Nuvolati, 2013). La domanda di ricerca da porsi, in chiave di sociologica è quanto il postmoderno abbia mutato il concetto stesso di ponte non solo rispetto ad ego ed alter, ma alle comunità e a chi vi transita senza appartenervi. A tal proposito, il caso del ponte ferroviario di Ponte San Pietro può essere esemplificativo del suo valore sociale ed economico, in qualsiasi fase storica attraversata sin dalla sua edificazione (1862). Si qualificò come un’infrastruttura ambiziosa nello sviluppo ferroviario post-unitario, fungendo da volano logistico per l’attrattività di investimenti esteri fondamentali per la crescita industriale dell’hinterland di Bergamo. Target dei bombardamenti alleati durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1945 subì l’abbattimento di un’arcata poi ripristinata. Ad oggi il ponte ferroviario di Ponte San Pietro si conferma un simbolo storico della mobilità cittadina e resterà snodo irripetibile persino nell’attuale cantiere di realizzazione del raddoppio ferroviario tra il suddetto paese e il capoluogo provinciale (termine lavori 2026). Lo scopo di questo paper è di tracciare una ricostruzione storica della valenza infrastrutturale di questo ponte, corroborandola con interviste semi-strutturate ai principali stakeholders territoriali: i Sindaci di Ponte San Pietro, Curno e Bergamo, principalmente coinvolti nel progetto di raddoppio ferroviario. La ponderazione di tali interviste, affiancata alle stime sui dati e sulle prospettive di mobilità, si qualifica come un approfondimento sul caso evolutivo della rigenerazione di una grande infrastruttura ferroviaria territoriale, con annessa ponderazione delle principali ricadute socio-economiche presenti e in addivenire.File | Dimensione del file | Formato | |
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