Il ragionamento che svolgo si concentra innanzitutto sui ritardi del sistema economico italiano e li analizza in una prospettiva di lungo periodo. Cerca poi di mostrare come una opportuna destinazione del reddito nazionale ai salari diretti e indiretti (cioè, secondo delle categorie dell’approccio classico-keynesiano la quota di sovrappiù che eccede il salario di sussistenza) può costituire il presupposto per una ripresa della produttività del lavoro che, in presenza di adeguate politiche industriali e delle innovazioni, può allentare gli effetti negativi che il vincolo estero di natura tecnologica esercita sulle performance del paese. Il capitolo si chiude proponendo di trovare le risorse finanziarie necessarie a questa operazione a partire da una riduzione sostanziale delle spese militari. Tutto il ragionamento svolto comporta che l’Italia resti all’interno dell’Unione europea e che si faccia promotrice di un bilancio pubblico europeo le cui risorse siano distribuite al di fuori delle logiche ordoliberali che dominano ancora a Bruxelles.
(2025). Per una politica economica al di fuori delle due destre . Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/299505
Per una politica economica al di fuori delle due destre
Lucarelli, Stefano
2025-01-01
Abstract
Il ragionamento che svolgo si concentra innanzitutto sui ritardi del sistema economico italiano e li analizza in una prospettiva di lungo periodo. Cerca poi di mostrare come una opportuna destinazione del reddito nazionale ai salari diretti e indiretti (cioè, secondo delle categorie dell’approccio classico-keynesiano la quota di sovrappiù che eccede il salario di sussistenza) può costituire il presupposto per una ripresa della produttività del lavoro che, in presenza di adeguate politiche industriali e delle innovazioni, può allentare gli effetti negativi che il vincolo estero di natura tecnologica esercita sulle performance del paese. Il capitolo si chiude proponendo di trovare le risorse finanziarie necessarie a questa operazione a partire da una riduzione sostanziale delle spese militari. Tutto il ragionamento svolto comporta che l’Italia resti all’interno dell’Unione europea e che si faccia promotrice di un bilancio pubblico europeo le cui risorse siano distribuite al di fuori delle logiche ordoliberali che dominano ancora a Bruxelles.File | Dimensione del file | Formato | |
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