L’articolo esamina la progressiva europeizzazione della memoria della Seconda Guerra Mondiale e dell’Olocausto, dapprima costruita su base nazionale e poi unificata da narrazioni “cosmopolite” di matrice americana. Fondata sul mantra “Mai Più” e sull’equiparazione dei totalitarismi, tale strategia ha favorito la legittimazione delle democrazie liberali, limitando le voci critiche. L’autrice mostra come, pur presentate come inclusive, queste politiche memoriali alimentino spinte nazionalistiche e giustifichino interventi militari “democratici”. Inoltre, chiarisce come il sionismo di destra abbia influenzato l’agenda europea, facendo leva su un uso strumentale dell’Olocausto per legittimare progetti politici. Conclude che tale retorica, anziché unire, può consolidare interessi di parte. Rivela i limiti di una memoria “universale” che genera tensioni.
(2025). L’europeizzazione della memoria e il mantra del Mai Più . Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/307586
L’europeizzazione della memoria e il mantra del Mai Più
Pisanty, Valentina
2025-01-01
Abstract
L’articolo esamina la progressiva europeizzazione della memoria della Seconda Guerra Mondiale e dell’Olocausto, dapprima costruita su base nazionale e poi unificata da narrazioni “cosmopolite” di matrice americana. Fondata sul mantra “Mai Più” e sull’equiparazione dei totalitarismi, tale strategia ha favorito la legittimazione delle democrazie liberali, limitando le voci critiche. L’autrice mostra come, pur presentate come inclusive, queste politiche memoriali alimentino spinte nazionalistiche e giustifichino interventi militari “democratici”. Inoltre, chiarisce come il sionismo di destra abbia influenzato l’agenda europea, facendo leva su un uso strumentale dell’Olocausto per legittimare progetti politici. Conclude che tale retorica, anziché unire, può consolidare interessi di parte. Rivela i limiti di una memoria “universale” che genera tensioni.| File | Dimensione del file | Formato | |
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